Brunetta “scopre” le “auto blu coperte”. Forse. Di certo all’Aci va bene

Se avete avuto la pazienza di leggervi fino in fondo il lancio Ansa sulle auto blu nel post precedente, avrete notato che nel nuovo Ddl Brunetta la possibilità di non iscrivere al Pra i propri veicoli verrebbe abolita per le amministrazioni civili e limitata per quelle militari. A prima vista, è la fine di un "odioso privilegio", quello delle cosiddette targhe coperte. Ragionandoci un po', si scopre che non c'è poi tutto questo privilegio e che comunque nella pratica potrebbe cambiare poco.

L'esenzione dall'obbligo di iscrizione al Pra, stabilita già al momento dell'istituzione del Registro nel 1927, è motivata non tanto dal fatto che lo Stato non debba pagare le tasse, quanto dalla necessità di non far scoprire facilmente a chi appartiene un veicolo impegnato in missioni delicate (pensate alle auto-civetta e a quelle dei servizi segreti) ed è per questo che si parla di targhe coperte. Qualcuno ritiene che ciò comporti pure l'impunità per i relativi autisti. Soprattutto perché, se uno di questi veicoli vi tampona e si dilegua, non ci si può rivolgere al Pra (anche sul sito www.aci.it, pagando con carta di credito) per fare una visura e identificare il proprietario come si fa normalmente. Si dimentica però che l'identificazione resta possibile, anche se è più difficile: come tutti i veicoli targati, si trovano tranquillamente nell'Archivio nazionale veicoli, tenuto della Motorizzazione. L'unica difficoltà è che questo archivio non è pubblico e quindi, per poterlo consultare, occorre dimostrare di avere un legittimo interesse. Traduzione: bisogna fare una richiesta scritta documentando di aver avuto un incidente con un veicolo che è risultato non iscritto al Pra.

Col Ddl Brunetta, invece, la ricerca dovrebbe fermarsi al solo Pra (almeno per i mezzi civili). Ma fatico a credere che i dati vengano forniti con la stessa facilità con cui si può risalire al signor Rossi tramite la targa della sua Punto. Quindi è verosimile che anche al Pra, quando ci sarà da fare una visura su una targa coperta, chiedano di documentare il legittimo interesse. Un beneficio tutto sommato piccolo per il cittadino. Più grande sembra il beneficio d'immagine per l'Aci (che gestisce il Pra e con cui di certo Brunetta ha sempre mostrato grande affiatamento), che non dovrà più dire: "Ci spiace, si rivolga alla Motorizzazione". Un dettaglio importante, se pensiamo che da cinquant'anni le due amministrazioni si fanno una guerra sotterranea. Brunetta fa il ministro della Pubblica amministrazione, ma non mi risulta abbia proposto interventi risolutivi per far cessare questa guerra che si fa con i soldi dei cittadini.

  • Pino |

    la conclusione del post mette il dito sulla cosiddetta piaga! Vorrei che si chiarisse e si giustifichi con logica il perchè di questa situazione “all’italiana” che raddoppia i costi e il tempo dei cittadini per la gestione della proprietà e circolazione dei veicoli…Il cittadino, dotato del buon senso, organizzerebbe una sola banca dati legata alla targa , e siccome le targhe le rilascia Mctc logica vorrebbe che la banca fosse gestita da Mctc….L’Aci eroghi solo i servizi per l’automobilista, l’assicurazione e svolga studi e convegni sulla mobilità….
    [risponde Maurizio Caprino] Per correttezza va però detto che la Motorizzazione per gestire completamente la partita deve acquisire competenze giuridiche sulla proprietà dei veicoli: frodi in questo campo ce ne sono a bizzeffe e bene o male all’Aci chi ha voluto lavorare seriamente si è fatto una cultura e riesce a stopparle. Ciò ha tanto più valore se si pensa che anche la riforma del Codice della strada prevede lo stop alle intestazioni fittizie (e sono curioso di vedere il decreto applicativo).

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