La riforma fai-da-te: a Milano il nuovo certificato non ci vuole, a Napoli sì

La colpa non è del federalismo, che nel Codice della strada non c'è (né ci può essere, penso). Se a Napoli i medici militari chiedono il certificato anamnestico a chi si presenta da loro per rinnovare la patente e in Lombardia la Regione mette per iscritto che per ora questo documento non ci vuole, la colpa è di Roma. Infatti, il ministero della Salute non ha ancora dato il via all'applicazione del nuovo obbligo, che è formalmente in vigore dal 13 agosto e non dovrebbe richiedere grossi adempimenti procedurali, ma evidentemente sta creando più di un imbarazzo negli uffici ministeriali. Così l'imbarazzo si rovescia sugli stessi medici. E, se la Regione Lombardia ha messo per iscritto alle sue Asl quanto si dice in sede ministeriale sul rinvio dell'obbligo, nell'Esercito il direttore di sanità del Sud ha scritto ai medici militari (che hanno un ruolo importante perché poi sono quelli che lavorano presso le agenzie di pratiche) che il certificato va preteso.

Vi ricordo che la riforma ha imposto di dare al medico abilitato al rinnovo della patente un certificato che dia conto delle malattie che non si possono vedere durante la visita di rinnovo. Un obbligo sacrosanto per impedire la guida a chi ha malattie o debolezze incompatibili con essa e che di certo non affiorano durante una visita (nemmeno quando viene condotta con scrupolo).