Italia a due velocità. Anche per i morti

Il problema è europeo, tanto che giusto ieri lo ha sollevato l'Etsc a Bruxelles: l'organo internazionale sulla sicurezza stradale che supporta la Ue ha denunciato che sulle strade extraurbane il numero dei morti dal 2001 cala meno rispetto alla media generale (http://www.etsc.eu/documents/12.10.2010_PR_PINFlash18.pdf). Ma l'Italia è tra i Paesi peggiori: siamo 20esimi su 29 Paesi, facendo meglio solo di alcuni Paesi dell'Est tra cui Romania e Bulgaria (dove addirittura c'è stato un aumento). Il calo medio annuo di morti in Italia è stato di circa il 3%, contro il 5% a livello europeo.

Nemmeno a farlo apposta, giusto ieri (si veda il post precedente a questo http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2010/10/pi%C3%B9-morti-in-autostrada-pi%C3%B9-polemiche-sui-giornali-ma-la-verit%C3%A0-%C3%A8-che.html#tp) avevo fatto notare che il calo dei morti registrato dai primi dati parziali del 2010 è da prendere quantomeno con le molle. E non a caso siamo tra i soli quattro Paesi a figurare nella tabella Etsc ancora con i dati aggiornati al 2008 (come di consueto, il rapporto Aci-Istat sul 2009 arriverà a fine anno, perché le procedure di invio dei dati da parte dei Comuni sono a dir poco medievali e solo di recente si è messa mano al problema).

Il problema, comunque è europeo: ovviamente le autostrade sono costruite e mantenute meglio rispetto alla viabilità ordinaria. Forse è stato per questo che la Ue ha ristretto il campo di applicazione della sua ultima direttiva sulla sicurezza delle strade alla sola viabilità principale. E non a caso l'Etsc chiede invece l'estensione a tutto l'ambito extraurbano dei pilastri della direttiva: valutazione d'impatto sulla sicurezza prima di costruire una nuova strada, valutazione dei risultati a posteriori, ispezioni periodiche e sistema a rete per la gestione del rischio. Con quali soldi, pero?

L'Etsc suggerisce pure un criterio per progettare strade più sicure quando il traffico non ha volume tanto elevato da giustificare la spesa per fare carreggiate separate: adottare il sistema 2+1, cioè garantire una corsia di sorpasso centrale, utilizzabile a tratti da chi marcia in un senso e su altri tratti da chi circola in direzione inversa. Tranquilli, non è il sistema folle che c'era su molte autostrade italiane fino agli anni Cinquanta-Sessanta, sopravvissuto fino ai Novanta sulla Torino-Savona e ancora adottato su tratti ordinari in salita (come quelli da Ferrandina a Matera e da Taranto a Martina Franca). Lì i superamenti della doppia striscia continua non si contano e gli incidenti pure. Nella proposta Etsc, invece, si parla di separare con una barriere i due sensi di marcia, garantendo un compromesso tra sicurezza e possibilità di sorpasso.