Voglio scrivere anch'io una parola su Annozero di ieri sera. Per carità, niente politica, niente scontri Masi-Santoro, niente cose di cui nulla capisco. Volevo solo sottolineare un passaggio in cui il noto collega del Corriere della Sera Aldo Cazzullo sconfessa chi sottovaluta il programma politico di Beppe Grillo, a parte alcune cose che lasciano il tempo che trovano come la proposta di risolvere tanti problemi della mobilità costruendo piste ciclabili.
In effetti, in un Paese come l'Italia ormai sembra tardi per ipotizzare soluzioni del genere. Non solo perché manca la cultura, ma anche perché nei centri urbani ormai mancano gli spazi per costruire piste come si deve. Per esempio, se ne sono fatte di troppo strette (dove è pericoloso andare anche perché ci sono ciclisti assolutamente distratti, come ci raccontano Paoblog e SicurAUTO http://paoblog.wordpress.com/2010/09/24/cuffie-mp3/) e inframmezzate da continui passi carrai e bordi di marciapiedi; insomma, sono percorsi di guerra. Così ora sono curioso di vedere che cosa si riuscirà a realizzare a Bari (dove i palazzi sono spesso addossati l'uno all'altro) ora che il Comune riceverà aiuti dalla Fondazione Ania non solo per mettere in sicurezza le strade più pericolose e ridipingere le strisce pedonali, ma anche per realizzare nuove piste ciclabili.
In contesti del genere, c'è un pericolo nel pericolo: a volte si arriva in punti dove l'assoluta mancanza di spazio costringe a interrompere la pista e il rientro dei ciclisti sulla carreggiata normale è problematico per chi circola nel senso che poi costringe ad attraversare tutta la strada per riprendere la marcia.
La mancanza di cultura si riflette non solo sul fatto che sulle piste ciclabili si trovano ciclisti distratti e persino pedoni (magari con passeggino, visto che i marciapiedi sono spesso proibitivi). Ma anche sulla mancanza di una domanda. Per esempio, all'estero hanno riconvertito vecchia strade e ferrovie, tanto che si può costeggiare il Danubio per lunghi tratti. In Italia stiamo rifacendo la Salerno-Reggio Calabria, abbandonando molti tratti del vecchio tracciato. Che se ne farà? Verranno "rinaturalizzati", quindi fondamentalmente non si vedranno più. Nessuno si è fatto avanti per rilevarne qualcuno e farne una pista ciclabile. Si dirà che sono spesso tratti di montagna, dove non pedalerebbe nessuno. Eppure all'estero c'è qualcosa pure sulle Alpi.