I nonni e i nipotini morti a Livorno, gli alberi, i pedaggi sulle autostrade Anas e il federalismo

Sono ancora pochi i particolari sul terribile incidente costato la vita a due nonni e ai loro due nipotini sul tratto livornese della vecchia Aurelia. Quindi, non è il caso di sbilanciarsi su cause e colpe. Ma una cosa sembra chiara: la Panda su cui viaggiavano è finita contro un albero. Una cosa che non dovrebbe mai succedere: davanti agli alberi (come davanti a fossi, pali e altri punti dove l'uscita di strada è pericolosa) ci vuole sempre un guard-rail. Ma non ci sono i soldi per adeguare tutte le strade.

Ci riflettano quelli che stanno facendo le barricate politiche contro l'introduzione dei pedaggi sulle autostrade Anas (poi magari alle prossime elezioni boccino il Governo per aver di fatto introdotto una "tassa sulla sicurezza", ma intanto se si vuol fare qualcosa subito per evitare l'ulteriore sfascio non ci sono alternative a pagare questi pedaggi). E i fautori del federalismo-come-religione, chelo scorso decennio hanno condiviso il passaggio di una discreta fetta delle rete Anas a Regioni e Province, moltiplicando le difficoltà.

  • ANGELA |

    c’è anche chi muore sull’autostrada,come mio figlio,Lucio Smaldone 22 anni morto il 28/08/2005, a Caserta Nord mentre ritornava dal lavoro.Ucciso da un guardrail che non era continuo,per cui dopo essere fuoriuscito di strada in un punto in cui mancava il guardrail per 40 metri,poi ha impattato frontalmente contro l’inizio di un guardrail che c’era ma E’ “ASSASSINO”,E SAPETE LA NORMATIVA COSA DICE? CHE L’AUTOSTRADA NON E’ “OBBLIGATA ” A CAMBIARE I GUARDRAIL,NE’ TANTOMENO A METTERLI IN SICUREZZA,ANCHE SE HANNO CAUSATO DELLE VITTIME;INFATTI,DOPO L’EVENTO MORTALE LI POSIZIONANO NELLO STESSO MODO! COME E’ STATO FATTO NEL CASO DI MIO FIGLIO,E SONO STATI ASSOLTI DAL TRIBUNALE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE “PERCHE’ IL FATTO NON SUSSISTE”,QUESTA E’ LA GIUSTIZIA ITALIANA!

  • pisione (ex claudio) |

    Probabilmente ha ragione, chiaramente bisognnerebbe dimensionare il tutto in funzione delle velocità e delle masse coinvolte.
    Se non sbaglio in f1 avevano serimentato dei contenitori pieni d’acqua, poi non ho più visto nulla, lei ne sa qualcosa di più?
    [Risponde Maurizio Caprino] Mi spiace, non seguo le corse da 19 anni…

  • diana |

    Spero che a qualcuno non venga la ‘bella’ idea di eliminare il problema alla fonte, eliminando direttamente gli alberi sulle statali… risparmi sui guardrail, risparmi sulla manutenzione del verde, magari riesci anche a far allargare la strada, per la sicurezza questo e altro!

  • claudio |

    Ottima idea mettere delle protezioni davanti agli alberi, putroppo però la manutenzione ordinaria delle strade lascia a desiderare già così.Se i proprietari delle varie strade dovessero anche mettere un guard rail davanti ad ogni albero…..
    A Cambiano (TO) dove abito, da almeno 4 anni sulla sp29 all’incorcio con via Cavalieri di Vittorio Veneto il guard rail è danneggiato a causa di un incidente.Tale guard rail è messo a protezione di un fosso (per fortuna non profondo), in caso di altro incidente non oso pensare in quali condizioni si troverà la persona che ci finirà dentro.
    PS non potremmo smaltire le bottiglie di plastica mettendole al posto dei guard rail davanti agli alberi?magari funziona
    [risponde Maurizio Caprino] Purtroppo per dissipare l’energia di un urto ci vuole ben altro. E infatti, se si osserva un guard-rail moderno, si scopre che è ben più di una lama curvata: è diventato un oggetto complesso, anche a causa del crescente peso dei veicoli.

  • Gennaro Grimolizzi |

    La paura fa novanta. È proprio il caso di dirlo. La “Strada provinciale 90” è il terrore degli automobilisti. Definita anche come la “strada di nessuno” versa in uno stato pietoso, ed è paragonabile in alcuni casi ad un tratturo, in altri ad una strada di un paese in guerra. Eppure ha ancora un’importanza strategica, dato che collega Barile a Lavello (il comune più a Nord della provincia di Potenza, a due passi dalle province di Foggia e BAT), innestandosi sulla “Strada statale 93”, da sem pre cerniera tra Basilicata e Puglia. La provinciale 90 è percorsa anche da numerosi tir impegnati in operazioni di carico e scarico in un importante cementificio di Barile. I circa tredici chilometri che la caratterizzano richiedono alla guida massima prudenza ed attenzione. Partendo da Barile – la strada “nasce” nei pressi del cimitero – ci si imbatte subito in un paio di cartelli, presenti da almeno un trentennio, che mettono in guardia sui tratti dissestati. Il manto stradale è in pessime condizioni, sembra sbriciolarsi sotto le ruote durante la marcia. Mancano le cunette ed è completamente assente la segnaletica orizzontale. In caso di pioggia o nebbia diventa un azzardo mettersi alla guida e ci si può affidare solo al proprio angelo custode. Le difficoltà sono lo stesso notevoli guidando la sera in condizione meteo buone.
    Nella “Località Macarico” si trovano i pericoli si susseguono. Le curve a gomito, nelle immediate vicinanze di dirupi, sono sprovviste di guard-rail. Nei pressi di una cava l’insidia maggiore. La carreggiata si restringe pericolosamente per una cinquantina di metri, diventando uno spazio largo poco più di due metri. La sede stradale, molto probabilmente per infiltrazioni d’acqua, presenta un rigonfiamento alto quasi quaranta centimetri al quale negli anni passati si tentò, senza successo, di porre rimedio. Ma non finisce qui. Due profonde cunette per incanalare le acque piovane, semi-nascoste dalle erbacce, possono essere una trappola letale per l’automobilista che in caso di avaria deve percorrere a piedi il bordo stradale. A circa quattrocento metri dalla cava i pericoli vengono dall’alto. Da un costone roccioso, nonostante le reti di protezioni, continuano a finire sulla strad a massi dalle dimensioni più disparate. Non potendo prevedere le cadute durante la guida ci si deve affidare sempre all’angelo custode per non essere colpiti. Un altro chilometro e mezzo e si raggiunge lo svincolo della “Strada statale 93”. I tredici chilometri della provinciale della paura sono un brutto ricordo. La “93” è degna di essere definita una strada: la segnaletica, compresa quella orizzontale, e i guard-rail non mancano. In questi giorni, per un eccesso di zelo, alcuni operai armati di decespugliatori stanno tenendo puliti addirittura i bordi stradali. Non sembra, ma siamo ancora in Basilicata.

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