Ha detto che aveva fretta perché doveva raggiungere la madre in ospedale. Così è entrato in auto direttamente nell'area riservata ai mezzi di soccorso, ignorando l'alt intimatogli dal vigilante e investendo, in modo non grave, tre persone (http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2010/9-settembre-2010/entra-l-auto-ospedale-investe-ferisce-tre-passanti–1703729005022.shtml). Si è poi scoperto che aveva problemi psichici, per i quali era già stato in cura.
Questa notizia, segnalata da Paolo Giachetti, è solo apparentemente un fattarello curioso. Perché sembra che il protagonista avesse in tasca una patente regolarissima. E allora la domanda nasce spontanea: com'è possibile che costui guidasse normalmente? Le risposte sono due, nessuna tranquillizzante.
La prima è che le turbe psichiche sono il tipico esempio di malattia per la quale il Codice della strada vieta di guidare ma che può non essere notata dai medici abilitati dal Codice stesso a rilascio e rinnovo della patente, nei pochi (o pochissimi)minuti di durata di una visita standard. Per questl la riforma ha ripristinato l'obbligo del certificato anamnestico (da presentare a questi medici da parte di un sanitario che conosce la storia dell'interessato). Ma l'obbligo – pur in vigore da un mese esatto – è rimasto lettera morta: la norma, come vi ho spiegato più volte, è scritta tanto male che il ministero della Salute ha appena inventato un artificio per prendersi tempo prima di dettare istruzioni applicative. Amen.
La seconda risposta è che nulla obbliga chi effettua cure psichiatriche a segnalare i problemi dei loro pazienti a chi rilascia o gestisce le patenti. L'unico obbligo è stato introdotto dalla riforma, ma riguarda solo le unità di terapia intensiva e i reparti di neurochirurgia nei casi di trauma cranico che causano un coma di durata superiore a 48 ore.
Così al momento l'unico rimedio è la segnalazione alla Motorizzazione, in modo che "sorgano dubbi sulla persistenza dei requisiti fisici e psichici prescritti", in base ai quali viene poi disposta la revisione della patente (insomma, un'altra visita, si spera però con un occhio particolare alla malattia segnalata). Però di fatto la segnalazione scatta quando è già successo qualcosa. Come nel caso di Firenze.