La polemica dell'altro giorno (http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2010/09/in-lombardia-libert%C3%A0-di-autovelox.html#tp) ha avuto i suoi effetti: la Provincia di Milano ha deciso di alzare da 70 a 80 il limite di velocità sulla Milano-Meda, superstrada "declassata" a causa delle buche. Stando alla notizia che mi ha segnalato Francesco Matera (grazie!), non c'è traccia di lavori fatti per risistemare l'asfalto. Quindi c'è da pensare che il limite sia stato alzato solo per le proteste della gente.
La forza della democrazia, si potrebbe dire. Ma un limite di velocità dovrebbe essere un fatto tecnico, un po' come lo sono le leggi di bilancio per la Costituzione (che vieta i referendum popolari su di esse). E infatti da altre parti continuano a esserci limiti bassi sol perché manca un collaudo: accade, per esempio, tra Catania e Siracusa, in una delle nuove gallerie autostradali appena promossa tra le migliori d'Europa, dove si deve andare a 80 perché manca un certificato di collaudo.
A questo punto, direi che c'è anarchia più che democrazia. In quest'anarchia, si perde ogni riferimento e non si capisce più se i limiti di velocità imposti dai tecnici in base alle norme di costruzione delle strade e sui cantieri siano adeguati o no. Quindi, chi ha ragione tra la Provincia di Milano che alza il limite a furor di popolo e l'Anas che tiene a 80 all'ora una galleria perfetta e poco trafficata ma lunga, dove se per sfortuna succede qualcosa qualcuno può andare in galera?