L'Italia è la culla del diritto. E non di rado, proprio in nome del diritto, vi si creano situazioni assurde: pensate ai mille cavilli che si nascondono dietro le multe. Poi, però, ci sono norme regolarmente in vigore e tranquillamente ignorate. E' il caso del certificato anamnestico, con cui un medico di fiducia deve attestare di quali malattie soffre una persona che voglia conseguire o rinnovare la patente, in modo che l'interessato lo consegni a uno dei sanitari abilitati a riconoscere l'idoneità alla guida (quelli della Asl e pochi altri). Una complicazione necessaria, perché questi ultimi medici non conoscono le persone che visitano per l'idoneità e quindi non possono accorgersi se hanno certe malattie "invisibili" e pericolose per la guida. Per questo, il ritorno del certificato anamnestico (c'era da fine anni 80 ed era stato abolito nel '95, se non ricordo male) era stato fortemente voluto.
Ma ora che succede? Nessuno lo chiede, nonostante l'obbligo di presentarlo sia entrato in vigore il 13 agosto, assieme al corpo principale della riforma del Codice della strada (legge 120/10). Il fatto è che il ministero della Salute deve ancora mettere nero su bianco un minimo di istruzioni operative, necessarie a partire. Quantomeno, si dovrà spiegare chi può essere considerato "un medico di fiducia", vaga definizione con cui la norma individua chi può rilasciare il certificato anamnestico. Questione non da poco: in teoria, chiunque può scegliere un sanitario, anche se non lo conosce (anzi, meglio: eventuali malattie resteranno nascoste, vanificando la nuova norma).
Inizialmente, tra i pochi addetti ai lavori che erano in servizio, si diceva: "Va bene, siamo sotto Ferragosto: chi volete che rinnovi o prenda la patente proprio in questi giorni?". Ora è arrivato settembre, le stanze ministeriali si sono ripopolate e ancora nulla. La difficoltà del ministero non è dichiarata ma s'intuisce, di fronte a una norma scritta così male (da politici, presumibilmente). Ma, nel frattempo, l'Unasca (grossa associazione di agenzie di pratiche auto e scuole guida) ha scritto ai propri associati che le Asl seguono ancora le vecchie procedure. Insomma, per le aziende sanitarie della culla del diritto, il fatto che da 20 giorni sia in vigore una nuova legge non conta affatto.