Magari per l'esodo ci avete pensato a mettere il vostro bimbo sul seggiolino. Ma poi lo avrete "liberato" ben presto: lui, abituato a stare libero sul sedile posteriore nei soliti tragitti casa-asilo-casa dei nonni, non avrà gradito tutta questa improvvisa restrizione. Succede così quando i seggiolini sono ignorati da troppa gente: il 40%, dice una ricerca citata di recente dall'Aci. Ed è solo una media europea, figurarsi l'Italia.
Peccato che sia così. Perché i genitori non sanno cosa si perdono: i seggiolini stanno diventando sempre più sicuri. Tanto che l'Aci ha comunicato un 96% di buoni giudizi tra i modelli provati in consorzio tra vari automobile club europei nel 2010; appena due anni fa, i promossi erano solo l'85%. Cifre statisticamente attendibili, perché riferite a ben 119 modelli provati in tre anni.
Bisognerebbe però che i produttori di seggiolini mettessero dei soldi per portarli in giro e mostrare alla gente che servono davvero, che sono sempre più sicuri e che persino il modello migliore nulla può se non lo si monta correttamente e se si sbaglia a posizionare il bimbo. Certo, qualcosa si è fatto e si continua a fare. Penso a Bimbisicuramente, la campagna di Fiat, Quintegìa e Sicurauto. Un gran gesto di buona volontà in un contesto a dir poco distratto. Ma dura poco, coinvolge un solo produttore e si basa prevalentemente sulla buona volontà dei venditori Fiat. e allora perché tutti i produttori non uniscono le forze? In fondo c'è da fare fronte comune per promuovere più efficacemente i loro prodotti, ancora snobbati da troppa gente.