Troppi vapori tossici, un distributore non si giudica solo dal prezzo

Quindici anni fa ero stato appena assunto a Quattroruote e fui mandato una giornata a setacciare i distributori di benzina del Canton Ticino. Dovevo controllare se e come funzionavano i dispositivi di recupero vapori, aggiunti sulle pistole di rifornimento per proteggere dalle esalazioni benzinai e clienti self-service, in vista della loro introduzione obbligatoria anche in Italia (a partire dal '96, se ben ricordo). Il compito mi era stato assegnato da Enrico De Vita, che – per chi non lo conoscesse – è un ingegnere che ha fatto la storia del giornalismo dell'auto e in particolare della difesa dell'automobilista-consumatore e dell'ambiente. Enrico mi mise in guardia: "Attento a distinguere i dispositivi di prima generazione, riconoscibili per la "cuffia elastica", da quelli di seconda, che hanno solo un anello di metallo alla base della canna, concentrico con essa: il tuo naso sentirà meno puzza di benzina con questi ultimi". In effetti, così fu. Ma non su tutta la trentina di controlli che feci: qualcosa può cambiare anche in relazione alle condizioni di manutenzione.

La stessa cosa la suggerisce – almeno in prima battuta - un recente test di Altroconsumo, riportato per riassunto da Paoblog (http://paoblog.wordpress.com/2010/06/30/benzinai-un-pieno-di%c2%a0veleno/). A fronte dell'obbligo generalizzato di avere un dispositivo per recupero vapori, in alcuni impianti sono state comunque rilevate esalazioni. Certo, la materia è delicata: parliamo della concentrazione in aria di sostanze molto volatili, quindi le rilevazioni possono essere influenzate da molti fattori. Ma resta lecito il sospetto che la concorrenza di prezzo tra i distributori, che oggi è piuttosto accesa checché se ne dica (basta leggere i media specializzati), a volte si combatta a colpi di ribassi di millesimi di euro al litro resi possibili da risparmi eccessivi sulla manutenzione.

Con conseguenze non solo sui sistemi di recupero vapori, ma anche sul grado di sporcizia e infiltrazione d'acqua nelle cisterne, che poi contaminano il combustibile immesso nei nostri serbatoi. E i sofisticati impianti di iniezione e scarico dei motori moderni non gradiscono.

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