Gli spot sulla sicurezza sopravvivono ai tagli, ma le strade restano insicure e pesano sui conti pubblici

I tagli alla spesa pubblica hanno risparmiato, almeno per quest'anno, la campagna pubblicitaria estiva del ministero delle Infrastrutture sulla sicurezza stradale: è confermata ed è stata presentata ufficialmente oggi. Dunque, si salva la seconda gamba della strategia ministeriale per ridurre incidenti e morti nel cruciale periodo degli esodi (la prima gamba è il Ddl 1720 che modifica il Codice della strada e dovrebbe effettivamente arrivare entro un mese). Non si erano invece salvati i fondi ministeriali per altre attività comunicazional-educative, come il cofinanziamento allo "storico" progetto Icaro della Stradale. Ma c'è chi fa notare che i tagli alla fine si traducono in nuove spese.

Nelle settimane scorse sono state alcune associazioni a notare che risparmiare sulla sicurezza può far aumentare (o può non far diminuire) gli incidenti e questo alla lunga porta costi sociali (cure, pensioni d'invalidità e di reversibilità eccetera). Oggi, a commento della presentazione della nuova campagna ministeriale, è scesa in campo la Finco, cioè l'associazione confindustriale della filiera legata principalmente ad ammodernamento e manutenzione delle strade (Scarica Finco su campagna ministero).

Dunque, è il solito paraocchi della contabilità pubblica: si vedono solo i risparmi immediati e non s'investe per ottenere maggiori risparmi in futuro. D'altra parte, quando non ci sono risorse pronte e fresche, non ci sono troppe alternative. E' come i padri di famiglia che hanno un'auto vecchia e malandata e non i soldi per sostituirla: continueranno a sobbarcarsi tutte le spese di riparazione che i guasti ormai frequenti comporteranno, perché almeno sono esborsi singolarmente più ridotti e distribuiti nel tempo.