Fosse capitato a un altro, sarebbe finito nel dimenticatoio come tanti altri. Ma l'incidente che domenica scorsa è costato la gamba a un giovane scooterista su un viottolo alla periferia di Bari oggi è sui giornali nazionali. Perché il ragazzo, un bravo studente di giurisprudenza travolto da un pirata e fortunatamente soccorso da passanti coscienziosi e capaci (perdeva tanto sangue), è stato operato da un'equipe in cui c'era anche il padre, chirurgo molto stimato in città. A lui è toccato prendere l'ultima decisione sul destino del figlio: staccare la gamba che era stata riattaccata dopo dieci ora d'intervento, perché il rischio di setticemia minacciava la sopravvivenza stessa del ragazzo. Ma stamattina la famiglia dello sfortunato scooterista ha "sfruttato" il clamore mediatico per denunciare che probabilmente il pirata era senza assicurazione e chiedere controlli capillari "almeno per un certo periodo", perché per strada c'è troppa illegalità.
Parole sante, che non ti aspetti da persone ancora sotto choc. Per ironia della sorte, proprio sugli stessi giornali di oggi si riferisce che in Italia le assicurazioni Rc auto sono le più care dell'Europa occidentale (ve l'ho scritto anch'io ieri http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2010/06/abbiamo-le-assicurazioni-pi%C3%B9-care-deuropa-per-gli-assicuratori-%C3%A8-colpa-dello-stato-e-se-provassero-a.html#tp) e questo, come ho documentato due mesi fa dal Sole, sta facendo aumentare i casi di persone che girano senza copertura. Il che si traduce in un aumento dei sinistri causati da conducenti non identificati, che ovviamente scappano all'idea di dover risarcire tutto in proprio.
D'accordo, non abbiamo la certezza che nell'incidente di domenica a Bari sia andata davvero così. Ma il rischio è forte: ho visto personalmente che già nel 2003 quella per chi circola scoperto era una delle preoccupazioni maggiori per tanti vigili baresi. E i dati del mio articolo di due mesi fa dimostrano che il problema è nazionale.
Inoltre, oggi si scappa pure per evitare sanzioni dure. Tanto più dure se poi si accerta che il responsabile dell'incidente guidava sotto l'effetto di alcol o droghe. Un motivo di riflessione in più, alla vigilia dell'ennesimo giro di vite sul Codice della strada. Senza contare la possibilità che il pirata stesse trasportando cose proibite o fosse un latitante.
Per tutti questi motivi, non ha torto la famiglia dello sfortunato scooterista barese: ci vuole più controllo del territorio, "almeno per un po' di tempo" (si rendono conto che nel lungo periodo non ci sono abbastanza forze per garantire sempre adeguata vigilanza). Le statistiche dicono che i tre quarti dei pirati, alla fine, vengono comunque presi: tra indagini in officine e garage, riscontri di telecamere (anche se in quella zona di Bari non ce ne sono) e fiuto degli investigatori, hanno poco scampo. Ma questo lo sanno in pochi e ancor meno persone se lo ricordano se causano un incidente. Se invece fosse abituale vedere tante pattuglie agguerrite in giro, la consapevolezza di poterne incontrare una potrebbe frenare l'istinto a scappare.