Cambiano mezzo Codice ma non tappano la falla delle strisce blu. E chi ha il grattino scaduto si salva

Pare incredibile, ma è così. Il "nuovo" Codice della strada (quello del '93) ha un baco che non si è riusciti a eliminare nonostante la settantina di modifiche che si sono succedute negli anni. Non lo si è fatto nemmeno in quelle che di fatto sono state le due riforme cui il testo è stato sottoposto: quella del 2003 (Dl 151/03, noto per la patente a punti) e quella in corso di discussione in Parlamento (il travagliato e famoso Ddl 1720).

Il baco riguarda la sosta nelle strisce blu. La materia viene toccata dall'articolo 7, comma 1, ma in modo incompleto: si parla solo dell'obbligo di pagare, senza chiarire del tutto che cosa accade quando si resta parcheggiati anche oltre l'orario coperto dal pagamento. Per metterci una pezza, molti tra vigili a ausiliari usano l'articolo 157, comma 6, che però si riferisce solo a quando non si espone il disco orario nei parcheggi gratuiti o non si aziona per nulla il parcometro in quelli a pagamento.

Il buco è dovuto al fatto che ci sono diverse possibilità d'incrocio tra le varie modalità di parcheggio: gratis, a pagamento, a tempo limitato eccetera. Gli esperti ne hanno contate una dozzina e le norme che istituiscono le sanzioni non le hanno contemplate tutte.

Il fatto gustoso è che queste sono cose note. Innanzitutto agli addetti ai lavori. Ma col tempo la conoscenza si è estesa anche al pubblico, fino addirittura a comparire in un libro destinato alla grande diffusione, "Io non pago", un manuale per difendersi dalle multe curato da Emilio Ponticiello, avvocato che ricorsi di questo tipo ne ha presentati e vinti a raffica. Pare che non ne siano a conoscenza solo i politici che hanno il potere di modificare il Codice della strada…