Come vi ho riferito ieri, i controlli antialcol aumentano. E il contenzioso va di pari passo, sollecitando l'ingegno di trasgressori e avvocati. Ma talvolta non si escogitano solo mere scappatoie formali: ci sono anche casi che effettivamente sollevano interrogativi e i giudici non faticano troppo ad annullare le sanzioni. Com'è accaduto alla sezione di Adria del Tribunale di Rovigo il 22 ottobre 2009 (caso citato da Altalez e ripreso dal portale Asaps), quando è stato assolto un camionista sottoposto al test dell'etilometro più di mezz'ora dopo che era stato fermato dai Carabinieri.
Il camionista era stato segnalato da un maresciallo fuori servizio, che si era accorto della sua guida "allegra" e ha fatto intervenire una pattuglia. I cui componenti, stando ai verbali, si sono subito concentrata sulla mancanza dell'assicurazione, accorgendosi solo dopo che l'autista aveva sintomi di ebbrezza. Ulteriore ritardo è stato dovuto al fatto che la pattuglia non aveva l'etilometro, per cui ne è stata chiamata una che ne era munita. A quel punto, sono stati rilevati valori effettivamente alti, ma in crescita rapida, segno che probabilmente l'autista era nella fase di assorbimento dell'alcol e quindi al momento in cui era stato fermato forse aveva un tasso inferiore al limite consentito.
Il giudice aveva anche ordinato una perizia, ma il medico specialista non ha potuto fare altro che alzare le mani: impossibile stabilire a posteriori il dato, perché non si conoscono dettagli fondamentali come:
– quando l'autista avesse bevuto;
– quale sostanza alcolica e quanta;
– se e quanto avesse mangiato.
A quel punto, il giudice ha potuto solo far proprio il dubbio del perito e assolvere l'imputato. Chi è esperto si chiederà come mai i due carabinieri che hanno fermato l'autista non lo hanno denunciato direttamente, sulla base del fatto che avesse i sintomi dell'ebbrezza: l'accertamento sintomatico (cioè senza ricorrere all'etilometro) del reato è ancora previsto dal Codice della strada, come la Cassazione ha chiarito più volte. La risposta è che il verbale parla innanzitutto della contestazione della mancanza dei documenti e solo dopo dei sintomi. Insomma, i carabinieri si sono accorti dell'ebbrezza quando era già passato qualche minuto dal fermo e quindi torniamo al dubbio di prima: non c'è certezza che l'autista fosse già sotto l'effetto dell'alcol mentre guidava. Sarebbe stato meglio se i carabinieri, essendo stati allertati per le manovre disinvolte dell'autista, avessero mirato subito a capire se avesse bevuto. oppure hanno pure fatto così, ma hanno scritto il verbale in modo poco accorto, attestando di aver notato l'ebbrezza solo in un secondo momento.