Multe “a strascico” a chi è in doppia fila con la fotocamera: ora ci prova Milano. Durerà?

Oggi Riccardo De Corato era a Milano, col cappello di vicesindaco con delega alla sicurezza urbana. Prima di volare come al solito a Roma a fare il senatore, ha trovato il tempo di presentare alla cittadinanza le 20 auto della Polizia locale che fotografano le targhe e gli abitacoli dei veicoli lasciati in doppia fila, in modo che i vigili non debbano più fermarsi ad annotare i dati uno per uno. Insomma, aumenta la "produttività" e io – prendendo posizione sul dibattito che prevedibilmente si scatenerà in città – trovo sia meritorio: certo, molti sostano in modo non ortodosso perché mancano i parcheggi, ma siamo anche pieni di incivili che bloccano le strade perché magari hanno solo deciso di non andare a piedi o coi mezzi quando potrebbero farlo tranquillamente.

Il problema, però, è un altro: durerà? L'esperienza lascia qualche dubbio.


Dobbiamo infatti chiederci come mai a Palermo abbiano iniziato nel 1995 e poi abbiano smesso. Il problema era che molti fanno ricorso dicendo che erano presenti e quindi che i vigili avrebbero potuto stendere e consegnare il verbale (in giuridichese dsi dice "contestare") immediatamente, come prescrive il Codice della strada, articolo 200; girando frettolosamente con l'auto di servizio a caccia di veicoli da fotografare, non si sarebbero accorti della presenza del trasgressore (la cui assenza è uno dei motivi che autorizzano la contestazione differita delle infrazioni, inviando il verbale all'indirizzo del proprietario del mezzo).

Da allora il sistema si è evoluto. Per esempio, la foto dell'abitacolo dovrebbe servire proprio a dimostrare l'assenza del trasgressore. Ma se questi è sul marciapiede e non si accorge che lo stanno multando? In questi casi, solo il tradizionale arrivo del vigile a piedi con tanto di fischietto può dirimere ogni equivoco. Dunque, potrebbero esserci ancora problemi nell'uso di questi mezzi che sono gli unici efficaci per combattere la sosta selvaggia.

Né credo possa essere d'aiuto una norma inserita semi-clandestinamente e incomprensibilmente nel primo pacchetto delle liberalizzazioni-Bersani: l'articolo 12, comma 2 del Dl 223/06 autorizza l'uso di fotocamere, ma – pare di capire nella sua astrusa e poco tecnica formulazione – solo per colpire chi viola il divieto di fermata. E la doppia fila con conducente lontano dal veicolo mi pare indubitabilmente sosta.

  • simone |

    io sono vittima di quello che dice Enrico, poco dopo ho quell’omologazione ho partecipato alla gara per la fornitura in locazione degli strumenti ad una Provincia ma non ho vinto, ha vinto la ditta che aveva fornito gli strumenti a Milano quelli dell’intervista fatta dal finto sindaco con la telecamera nascosta al convegno di Riccione dove un suo Agente gli diceva al Sindaco lei ci mette il formaggino io ci metto la trappolina e chiappiamo i topolini (mi pare, ho un CD di quella puntata di EXIT lo vado a rivedere) citando come fatturato di riferimento la fornitura di Milano, solo che la Provincia di … chiedeva fatturato per analogo servizio e cioè locazione mentre a Milano erano stati venduti, alle mie rimostranze non ricordo cosa mi fù risposto però l’appalto fu aggiudicato all’altra ditta. Potevo far ricorso al TAR è vero ma non l’ho fatto confidando nella giustizia alla quale segnalai la cosa. Non ho più visto niente, cioè qualcosa ho visto: i fogli che mi accusano di aver avuto in ufficio un timbro di un altra ditta.

  • ENRICO |

    Domande interessanti Caprino, a cui però il sottoscritto non è in grado di rispondere. Anch’io mi sono più volte posto questi quesiti, soprattutto mi sono domandato se tale nomina fosse davvero così “ampia”, come in realtà poi è risultata essere stata a posteriori. Chissà, forse il destinatario ritenne che nessuno avrebbe eccepito nulla in proposito e quindi si è sentito autorizzato ad utilizzare dei sistemi non omologati, come del resto parrebbe si sentano autorizzati a farlo oggi i suoi successori.

  • ENRICO |

    Vero è che i Traffiphot III-SR erano all’epoca già omologati anche all’estero, ma non lo erano in italia ed inoltre la versione Photor&W (digitale) è stata messa a punto, in collaborazione con un’altra grande azienda di cui non faccio il nome, proprio dalla società che li ha forniti alla città di Milano, quindi l’apparato che ne è derivato non era mai di fatto stato omologato in nessun altro paese del mondo. Sbadato il ns. Ministero? Ma chi mai lo ha sostenuto, basta guardare la storia di questi ultimi 10 anni per esprimere un giudizio appropriato. Per quanto attiene la fornitura de qua, non credo importi a nessuno che sia stata affidata direttamente, quindi senza esperire alcuna gara, alla società che ne era distributore esclusivista e che, in virtù di ciò, si è aggiudicata molte altre forniture, in quanto nei relativi capitolati tecnici erano già state individuate le caratteristiche esclusive riferibili solamente al sistema citato. Mi piacerebbe solo sapere quanto sono stati pagati quei sistemi dal comune di Milano. I colpevoli sono già stati individuati Caprino, non importa se la prassi consolidata prevedesse che una volta individuata l’apparecchiatura ritenuta idonea, tutti agivano come ben noto, anche perchè altrimenti i reati contestati perderebbero di rilevanza. Non resta che riparlarne tra qualche anno, quando tutto forse potrà essere più chiaro, nella speranza ovviamente di essere entrambi ancora qui..saluti.
    [risponde Maurizio Caprino] In questo caso, però, se la versione non omologata è finita a operare per strada lo si deve non al ministero, ma al sindaco di Milano, che aveva tutti i poteri per farlo. Ha chiesto lui che fossero estesi fino alle omologazioni? Sarebbe una notizia rilevante: stiamo parlando della persona che qualche settimana fa ha commentato il caso-Pennisi (corruzione palese di un consigliere comunale) col classico “ai miei tempi queste cose non succedevano”. E perché il Governo (aldilà dei singoli ministeri, perché la decisione fu pressoché collegiale) ha concesso tali poteri?

  • Paolo |

    Un commento non da addetto ai lavori, ovvio, per cui può essere più emozionale che tecnico….:
    Sono in lotta continua con quelli che sostano in doppia fila e, in aggiunta, vogliono farci credere che sono costretti a farlo. Si come no. Circa la possibilità di ricorso da parte dell’automobilista che si trovava sul marciapiede, mi sembra che al legislatore sfugga come sempre un particolare importante ovvero l’auto in doppia fila non può sostare. Punto.
    Che il conducente sia sul marciapiede, nel bar a bere un caffè o sul portone a baciare la fidanzata, non ce ne può fregare di meno. In doppia fila non si sosta. Stop. Zero ricorsi.
    Accettabile e plausibile una sosta per far scendere dall’auto un’anziano, ad esempio, così come sarebbe auspicabile che i vigili siano in grado di notare la circostanze ed eventualmente intervenire sull’apparecchio, in modo tale da evitare nel contempo abusi e favoritismi. Dubito che con la tecnologia attuale non sia fattibile l’intervento umano (e giustificato) nella fase di scatto delle fotografie.

  • ENRICO |

    Ma allora lei si dimentica che a Milano esiste un C.d.S. diverso da quello in vigore nel resto del Paese?! Cosa vuole che sia, omettere di effettuare la contestazione immediata, limitandosi ad archiviare le immagini relative ad ipotetici divieti di sosta, senza che il dispositivo utilizzato sia debitamente omologato per quell’uso specifico (potrebbe registrare ad esempio una data o un’ora errata diversa da quella reale e determinare quindi una conseguente verbalizzazione differita errata) e senza soprattutto che esista una norma che consenta di farlo? Non si sarà mica dimenticato che per anni la città di Milano ha utilizzato i Traffiphot III-SR PHOTOR&W sia per rilevare le infrazioni semaforiche che per l’eccesso di velocità, senza che fossero stati preventivamente omologati, in virtù ESCLUSIVAMENTE della nomina come Commissario Straordinario per la Sicurezza dell’allora Sindaco Gabriele Albertini?! Le rammento inoltre che detta nomina è poi scaduta il 31 dicembre del 2004 ma nel frattempo, la vigilia di Natale di quell’anno, il Ministero omologava finalmente il Traffiphot III-SR PHOTOR&W, che diveniva così il primo strumento debitamente omologato per il funzionamento in modalità automatica sia per la rilevazione delle infrazioni semaforiche che per l’eccesso di velocità. Si evidenzia quindi che in forza solamente della suddetta nomina, che sarebbe venuta meno a partire dal primo gennaio 2005, sono state rilevate decine o forse anche centinaia di migliaia di sanzioni senza che ci fosse la certezza circa l’affidabilità dei suddetti strumenti che, soprattutto nel caso vengano impiegati come misuratori di velocità, è essenziale. Anche in questo caso però il “regalo di Natale” fatto dal Ministero ha risolto ogni eventuale problema. Il 4 maggio u.s. non era Natale come mai….
    [risponde Maurizio Caprino] I poteri straordinari ai sindaci non sono certo iniziati a Milano e neppure ieri, quindi non metterei in relazione l’avvio della filmatura della doppia fila con essi. Inoltre, i Traffiphot vengono usati da tempo anche all’estero (Nord Europa in particolare), anzi direi che sono gli apparecchi più “cosmopoliti”. Che anche le autorità straniere siano “sbadate” come il nostro ministero?
    Concordo invece sul fatto che i provvedimenti di emergenza che hanno dato ai sindaci poteri straordinari comprendessero anche le omologazioni: che ne sa un sindaco di cose così tecniche? e siamo sicuri che non siano stati occasione (l’ennesima) per truccare le forniture pubbliche?

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