Gli autisti blu si difendono: corriamo per l’interesse pubblico. Davvero?

Luca Stilli ci ha messo una settimana, ma alla fine ha risposto al diluvio di critiche che la sua categoria si era beccata assieme ai politici che ne avevano proposto la sostanziale impunità al volante. Il segretario generale del Siar (Sindacato italiano autisti di rappresentanza) ha risposto su repubblica.it (http://www.repubblica.it/motori/attualita/2010/05/14/news/auto_blu_parlano_gli_autisti_non_chiamateci_privilegiati-4043588/), attaccando i critici, che avrebbero "starnazzato come oche" senza conoscere i termini tecnici del problema. In parte ha ragione, ma se è per questo pure chi aveva difeso gli autisti ha fatto confusione. Ma, soprattutto, Stilli cerca di farci credere che, se un autista corre, lo fa per finalità di interesse generale, come fare in modo che un presidente di Regione arrivi in tempo a una riunione da cui dipende l'assegnazione di fondi pubblici. Premesso che a questo punto propongo l'immunità anche per gli autisti di Fiat  e delle altre aziende il cui numero di dipendenti fa sì che ogni sua cosa sia di pubblico interesse, chiedo a Stilli quante volte devono correre perché "il presidente" deve solo porgere i saluti iniziali di un convegno cui non ha alcun interesse a partecipare e i partecipanti non hanno alcun interesse ad ascoltare le sue frasi di circostanza. Siamo seri.

  • Luca Stilli |

    Gent. mo Maurizio Caprino,
    la mia posizione l’ho espressa, adesso attendo le sue motivazioni di contrarietà al rilascio di una patente di servizio per la categoria da me rappresentata, ovviamente le sue, a differenza delle mie, saranno sicuramente “serie”.
    Attendo “seriamente” sue…
    Luca Stilli
    [risponde Maurizio Caprino] Mi risponde alla domanda su quante volte è davvero necessario correre per non perdere finanziamenti e quante invece si tratta solo di arrivare in orario a comparsate o altre cose peggiori, di cui le cronache c’informano sempre più (finché non entrerà in vigore la legge-bavaglio)? Mi sembra una domanda seria.
    Anche perché nella proposta di legge per l’istituzione dell’Albo autisti di rappresentanza (Camera 1743, presentata il 6 ottobre 2008, non credo a vostra insaputa) c’è scritto che nella conduzione dei veicoli dovreste uniformarvi sia al Codice della strada (e ci mancherebbe!) sia “alle indicazioni fornite dall’organo istituzionale e dallo staff del medesimo organo”, senza ulteriori specificazioni. Ciò lascia aperte le porte all’arbitrio (di fatto non cambia nulla rispetto alla situazione attuale) e lede innanzitutto la VOSTRA sicurezza.
    Altra domanda seria: chi dovrebbe fare da esaminatore nella prova pratica che la stessa proposta prevede? Ci sono – all’interno delle amministrazioni che nominano la commissione d’esame – esperti di guida sicura e di tecniche di gestione dello stress? Queste due materie mi sembrano le più qualificanti per la formazione di un vero autista, ma occorre garantire che le conosciate davvero. Cosa che fa a pugni col semplice riconoscimento del diritto acquisito a chi esercita già l’attività, che è previsto sempre nella pdl 1743.
    Fino a quando non risponderete in modo convincente su questi punti, parlare di albi e patenti di servizio avrà solo il solito sapore italiano.

  • MARCO |

    Tutto come previsto, perchè questi signori si sentono parte della casta vivendo a stretto contatto con una classe politica che non solo ritiene di essere impunibile, ma vuol farci credere di non essere tenuta a verificare chi paga loro case e privilegi, perchè sono dovuti. Vedrete che prima o poi l’impunità degli autisti passerà.

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