Giovedì mattina, ore, 12, stazione Termini di Roma. L'emergenza-vulcano non aveva ancora sconvolto i trasporti in Italia e Termini è un posto dove sono presenti tutte le società di autonoleggio di livello perlomeno nazionale che operano in Italia, quindi in teoria problemi a trovare ua vettura non avrebbero dovuto essercene. Eppure, interpellando tutti gli addetti alla decina di sportelli in funzione, è stato possibile trovare solo una Lancia Musa: tutte le altre auto erano già assegnate a chi le aveva prenotate. Dunque, l'impossibilità di ottenere un noleggio denunciata dai giornali in questi giorni di blocco degli aerei e di treni strapieni parte da più lontano rispetto al vulcano islandese. Per capirlo, basta avere la pazienza di guardarsi le cifre.
Potete trovarle sul penultimo bollettino dell'ottimo osservatorio Fleet and Mobility, retto da uno che la sa lunga: Pierluigi del Viscovo (http://www.fleetandmobility.it/). Vi troverete che nel 2009, a causa della crisi, in Italia i noleggiatori a breve termine hanno immatricolato 100mila vetture, cioè ben 40mila in meno rispetto al 2008. Certo, questo non vuol dire che la flotta sia calata in pari misura: in alcuni casi, è stato allungato il periodo di utilizzo prima della dismissione (di solito avviene dopo 8-12 mesi, ora non di rado si supera l'anno). Inoltre, non si sa ancora quanto stanno acquistando gli autonoleggi in questi mesi (che sono quelli in cui s'immatricola il grosso delle vetture da schierare in alta stagione). Però è innegabile che le flotte sono scese di consistenza, perché rispetto a prima i clienti sono di meno.
In questo quadro, Pierluigi del Viscovo ci dà pure gli strumenti per capire che i prezzi alti denunciati in questi giorni non spuntano dal nulla: ci racconta che negli ultimi tempi i noleggiatori hanno preferito indirizzarsi alla clientela dei turisti, disposta a sopportare tariffe più alte rispetto alle aziende, che li "strangolano" con il loro potere di contrattazione.