Il dibattito è vecchio e l'Italia la sua scelta l'ha fatta: ha detto no a chi vuole campagne di sicurezza stradale basate su filmati-choc come in molti altri Paesi. Molti (me compreso) non sono d'accordo. La settimana scorsa la Polizia stradale e l'Università La Sapienza di Roma hanno presentato un bello studio scientifico (Scarica Presentazione Giannini) che pare diradare la nebbia sulla materia. In sintesi, le immagini da sole non servono, ma vanno accompagnate da un commento informativo, affinché il pubblico non disperda subito la forte emozione provata guardando il filmato. La spiegazione delle immagini serve per capire meglio la causa dell'incidente e il motivo per il quale è stato così dannoso come lo si vede; quando uno capisce, tende a ricordare meglio.
A ben vedere, però, lo studio fornisce una risposta solo parziale alle domande che si pongono nel dibattito. Infatti,ha comparato immagini, immagini+spiegazione e la sola spiegazione senza immagini per come vengono proposti nei format degli interventi dei poliziotti nelle scuole o durante eventi dedicati alla sicurezza. Che sono molto interessanti, ma diverse dagli spot televisivi. In attesa di una nuova ricerca mirata agli spot, azzardo una previsione.
Effettivamente ci sono video in cui si vedono solo immagini choccanti e si sentono rumoracci. Per quelli, possiamo dare per scontato che si facciano ricordare poco, perché puntano sul solo aspetto emotivo. Ma la settimana scorsa ho trovato molto interessante quello francese sulle cinture posteriori recuperato da Paoblog (http://paoblog.wordpress.com/2010/03/17/cinture-sicurezza-seggiolini/): trovo che sia un giusto mix tra choc (le immagini parlano chiaro) e informazione (lo speaker pronuncia poche frasi, ma che attirano l'attenzione e quasi rassicurano, contrastando gli effetti negativi dell'emozione). Dunque, ben venga un video-choc di questo tipo. Secondo me.