Quando la legge è un optional: storie in Comune, da Treviso a Palermo

Che succede quando la Pubblica amministrazione non rispetta le leggi? In materia di circolazione stradale, praticamente nulla: il Codice della strada contiene obblighi e divieti per tutti, enti pubblici compresi, ma quando i destinatari sono questi ultimi spesso non prevede sanzioni. Dubito che sia una dimenticanza: più semplicemente, appare come un modo per non mettere in difficoltà gestori di strade e forze dell'ordine, sapendo che non di rado non hanno risorse né economiche né finanziarie per rispettare le norme. Tutto sommato, forse è impossibile fare meglio. Solo che va a finire che ci si abitua a infrangere le norme anche quando rispettarle non è poi tanto difficile. A quel punto, il cittadino si chiede perché debba pagare solo lui. Se lo sono chiesti pure un cittadino di Treviso e uno di Palermo.

Il primo mi ha mandato una delibera del Comune di San Donà di Piave (Venezia) decide di impugnare sei sentenze di giudice di pace che davano ragione ad altrettanti multati (Scarica Del G.M. 38-2010APPELLO tutte sentenze GdP San Donà). Tutte le delibere devono essere motivate. E in effetti anche questa lo è, ma giustifica l'impugnazione con queste generiche e oscure parole: "RITENUTO che il Comune abbia interesse ai gravami, a tutela dell’operato del Comando di Polizia Locale". Scusate l'ignoranza, ma io non ho capito perché quelle sentenze vanno impugnate, con conseguente dispendio di tempo e denaro, sia per i cittadini coinvolti sia per l'ente. Magari avranno pure ragione, i signori del Comune. Ma ho capito solo – e da anni – che la Pubblica amministrazione aggira l'obbligo di motivazione non formule rituali che non dicono nulla. Al massimo incutono timore in qualcuno, ma nemmeno in tutti. Come mi ha dimostrato il comportamento di chi mi ha segnalato la delibera.

Il secondo cittadino ha scoperto da un verbale a suo carico che i vigili del suo Comune non sono organizzati per incassare le multe nei loro uffici, come impone il Codice della strada. Così si è rivolto al giudice di pace e si è fatto annullare la sanzione. La sentenza (Scarica Sentenza pagamento solo alla posta e grazie a Francesco Matera per la segnalazione) stabilisce sostanzialmente che quello è un vizio che non si può sanare. Certo, il buonsenso suggerisce che, se qualcuno ha commesso un'infrazione stradale, è giusto che paghi comunque. Ma io credo che una Pubblica amministrazione che si muove con una simile leggerezza vada punita. Se non altro affinché le norme conservino un senso.

  • giancar |

    Non sono io che debbo difendere i comuni ma Caprino mi ci tira per le orecchie.
    Nel caso di San Donà di Piave un cittadino si lamenta che il Comune gli ha fatto appello in tribunale per una multa presa dopo essere stato graziato dal GdP del luogo.
    Il cittadino evidenzia che nella delibera, con cui è stato deciso di fare appello, non è esattamente indicata la motivazione.
    la legge impone che in un procedimento amministrativo, quale è una delibera di giunta (articolo 3 della legge 241 del 1990), deve errese specificato:
    – i presupposti di fatto
    – le ragioni giuridiche che hanno determinato le ragioni dell’amministrazione
    Ma in questo caso la ragione giuridica è oltremodo chiara, il Comune non condivide le decisioni del GdP.
    Quale astruso marchingegno si sarebbe dovuto inserire nella premessa dell’atto ?
    Il cittadino non si dovrebbe preoccupare adesso, che è stato deciso l’appello in tribunale che lo vedrà probabilmente soccombente costringendolo a pagare il doppio della sanzione edittale più le spese processuali, si doveva preoccupare prima quando ha avuto accesso al ricorso, di fronte al GdP, forse confortato della quasi certezza di farla franca.
    Il buon senso avrebbe dovuto suggerirgli che le cose troppo facili non sempre sono quelle giuste e che non bisogna per forza buttare sempre la croce addosso ai comuni che per legge devono difendere le proprie legittime entrate.
    [risponde Maurizio Caprino] Io cercherei di difendermi in modo più convincente. E questo di San Donà è solo il caso più stupido: giusto stamattina parlavo con un comandante siciliano che ha fatto un capitolato per postazione fissa di controllo velocità senza nemmeno sapermi dire quanti incidenti ci sono stati nel luogo prescelto. “I dati sugli incidenti li stiamo elaborando per la prefettura”, mi ha detto. E se poi la prefettura nega l’autorizzazione?

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