Stamattina su Radio24 sarò ospite di Oscar Giannino, nella sua trasmissione “Nove in punto”. Vi anticipo che me la prenderò con la patente a punti, nonostante il tema della puntata siano le assicurazioni. Un tema che di questi tempi non è in primapagina ma è caldissimo, dopo che l’Ania (l’associazione delle compagnie) ha annunciato in un’audizione alla Camera nuovi rincari delle tariffe Rc auto. Una mossa in parte giustificata e in parte “politica”, cercherò di spiegare. Ma la notizia vera che viene da quell’audizione è quella su cui quasi tutti hanno sorvolato, dando semplicemente conto che l’Ania ha parlato di un aumento della frequenza sinistri, alla faccia della patente a punti.
Queste poche parole tecniche, significano che gli incidenti (in relazione al numero dei veicoli in circolazione) sono di più. Tutto il contrario di ciò che i dati Aci-Istat dicono e la politica sbandiera. Il bello è che nessuno bara: semplicemente, ci si riferisce a dati diversi. Le compagnie guardano i sinistri a loro denunciati (che oltretutto sono costantemente superiori ai livelli dei Paesi avanzati della Ue), gli altri tengono conto solo di quelli in cui intervengono le forze dell’ordine, che sono una minoranza, di solito i più gravi.
Certo, sulle denunce alle assicurazioni pesano i nuovi effetti delle frodi (probabilmente inflazionate dalla crisi economica) e di alcune distorsioni indotte dal sistema del risarcimento diretto (avviato tre anni fa). Ma ricordo a tutti che anche negli anni d’oro della patente a punti (2003-2005) i dati sulla frequenza sinistri davano molto meno ottimismo rispetto a quelli Aci-Istat. Colpa del mare di piccole infrazioni che portano a piccoli incidenti. Proprio quelle che la patente a punti avrebbe dovuto ridurre, visto che cumula le decurtazioni relative a tutte le violazioni commesse, rendendo teoricamente possibile perdere la patente anche solo a forza di non mettere la freccia, passare col giallo e usare disinvoltamente le corsie come fanno quasi tutti ogni giorno nelle nostre città (ben altro rispetto a velocità, droga a alcol, che si possono punire pesantemente anche senza mettere in piedi una macchina burocratica complicata come quella della patente a punti). Se finora in questa Babele la patente l’hanno persa in pochi e altrettanto pochi hanno dovuto frequentare i corsi di recupero, vuol solo dire che i controlli sulle “microinfrazioni” fanno cilecca. E allora teniamoci incidenti e rincari assicurativi.