La crisi fa sparire gli accessori. E la Bmw, zitta zitta, “abbandona” le runflat

Lo chiamano "decontenting", che in inglese significa semplicemente "svuotamento", "sottrazione di contenuti". In gergo automobilistico, invece, significa di più: che lo svuotamento viene fatto in silenzio. Succede sempre, particolarmente nei periodi di crisi. Di solito, strombazzano solo un'altra strategia tipica con cui possono rispondere alle difficoltà: gli arricchimenti di accessori a parità o quasi di prezzo (che poi equivale a diminuire il prezzo, ma senza lo svilimento d'immagine e quotazione usato che un taglio puro e semplice comporta). Ma oltre a questo c'è pure il decontenting e su quello tutti zitti. Così, scoprire che un'auto non ha più un accessorio diventa questione di fortuna. Com'è capitato a me l'altro giorno, quando ho scoperto che la Bmw sulla Serie 3 ha ammainato una delle sue bandiere dello scorso decennio (tanto da metterle persino sulle "economiche" Mini): le gomme runflat, che consentono di proseguire il viaggio in caso di foratura e che ora per le versioni più diffuse in Italia sono diventate solo optional.

Me ne sono accorto perché mi aveva incuriosito la prova sul confort di alcune berline pubblicata su "Quattroruote" di questo mese. Iniziativa meritoria, perché – almeno per una volta e su un campo ristretto – fa resuscitare i confronti tra auto di pari categoria, sempre più rarefatti sulla stampa specializzata degli ultimi anni. Ma incompleta: nello scrivere che la Bmw 320d è stata più morbida di quel che solitamente sono le Bmw, i colleghi si sono limitati a spiegare che l'esemplare in prova aveva i cerchi da 16, merce piuttosto rara tra le vetture "di parco stampa" (quelle che i costruttori danno ai giornalisti per i test) perché soprattutto le marche che puntano sul piacere di guida tendono a fornirle con assetti sportiveggianti (gomme 17) se non addirittura sportivi (18, 19 o in qualche caso pure 20). Visto che ricordavo che la scelta di misure per le Bmw è sempre smisurata, sono andato a scaricarmi dal sito www.bmw.it il catalogo aggiornato, vedendo che effettivamente le gomme da 16 ci sono sia in larghezza 205 sia 225. Quale delle due ha provato "Quattroruote"?

In ogni caso, vagando sulla tabella di cerchi e pneumatici riportata sul catalogo, ho scoperto che sui modelli d'ingresso (i più diffusi in Italia) è dato come presente un accessorio dal nome strano, il "cerchio con Bmw Mobility System", che dovrebbe celare la classica bomboletta gonfia-e-ripara data quando non si prendono la briga di fornirti la ruota di scorta. Solo alla riga sotto si parla di runflat e si scopre che è di serie solo sulle versioni a sei cilindri, sempre poco vendute e sempre più desuete causa crisi.

A questo punto, sarebbe interessante sapere se "Quattroruote" ha provato le gomme da 16 base da 205 o le 16 da 205, optional a pagamento che vengono offerte col runflat. Perché, se fossero quelle base, la morbidezza della 320d usata nella prova si spiegherebbe meglio: sin da quando ha adottato in modo generalizzato le runflat, la Bmw ha dovuto fronteggiare le critiche di chi ne lamentava un'eccessiva rigidezza sulle sconnessioni stradali. Nonostante tutto, ha sempre tirato dritto sulla strada tracciata. Ma ora, con la crisi…

  • andrea105 |

    pecceto, perchè le run flat sono (mediamente) molto utili (solo sullo sconnesso il comfort è scarso, oppure se si montano gomme con spalla esageratamente ribassate);
    in situazioni normali, la possibilità di continuare il viaggio senza diversi fermare in situazioni di pericolo a montare la ruota di scorta non ha prezzo (ho comprato run flat anche per le gomme invernali);
    per di più mi risulta (per sentito dire e non per esperienza diretta) che, se capita di forare, basta fermarsi di tanto in tanto alle stazioni di servizio per ripristinare la pressione e la gomma non si roviina
    [risponde Maurizio Caprino] Non si può dire in generale che basti fermarsi di tanto in tanto a gonfiare la ruota: dipende da caso a caso ed è una cosa legata soprattutto al tipo di foratura. Comunque almeno 100 chilometri si fanno senza problemi, ovviamente a bassa andatura. E probabilmente è molto più sicuro che fermarsi sulla corsia di emergenza, rischiando di essere travolti.

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