Ahi, ahi, che dolore! Quasi quasi non mi fermo all’alt

Abbiamo troppi avvocati. L'ha detto pure il primo presidente della Cassazione, venerdì scorso, aprendo l'anno giudiziario. E i risultati non sono solo quelli che vediamo sulle statistiche che descrivono l'ingolfamento della giustizia. Li possiamo vedere anche da piccole storie come questa: ieri la Cassazione ha dato torto a un automobilista beccato a Roma a 167 all'ora, che aveva tentato di difendersi dicendo che stava correndo all'ospedale, in quanto temeva di avere un grave problema cardiaco.

Direte che è un classico esempio di stato di necessità, che annulla la multa. E invece è una furbata italica: il presunto infartuato era stato beccato da una pattuglia della Stradale, che aveva cercato di bloccarlo. Un'occasione d'ora per chi sta davvero male: ti metti nelle mani degli agenti, che ti portano loro in ospedale a sirene spiegate, con meno rischi e anche più velocemente.

Un caso isolato? No. Già nel 2001 in provincia di Sassari m'imbattei in una serie di storie analoghe, nelle quali, quando gli agenti si prendevano la briga di accompagnare i "piloti" in ospedale e di aspettare l'esito delle visite mediche, tutti i malori si rivelavano immaginari.