Nel clamore natalizio sul passaggio di Schumacher alla Mercedes, si è fatto come al solito molto folclore (l’”ira”di Montezemolo, le proteste degli operai tedeschi per il super-ingaggio di Schumi e via così). Mi pare sia invece sfuggito l’interrogativo di fondo: perché la Mercedes si svena per assicurarsi un personaggio così carismatico? E allora vi racconto che – solo in via informale e tra i bene informati del settore auto – si dice che la Mercedes possa addirittura essere una delle possibili candidate a uno dei prossimi crac. Troppe cose non sono andate bene nell’ultimo quindicennio e alcune forse sono pure collegate tra loro (quando sei in difficoltà in un campo, finisci col mollare anche in altri): la debacle della Classe A nella prova dell’alce, il fallito matrimonio con la Chrysler (che era nelle condizioni disastrose che poi tutti abbiamo visto con la crisi e l’avvento della Fiat), i problemi di affidabilità sulla penultima serie del suo modello-cardine (la classe E), il successo molto parziale del marchio Smart, la difficoltà a imporsi tra le Suv, l’aver delegato troppo ai grandi fornitori esterni gli sviluppi tenologici (col risultato che fin dai tempi dell’Euro 3 non di rado le Mercedes si sono adeguate alle direttive europee antinquinamento solo all’ultimo, senza l’anticipo che è giusto pretendere da costruttori di prestigio) eccetera. Così ora gli esperti non sono sorpresi se a Stoccarda si facciano più volentieri dichiarazioni pubbliche sulla propulsione a idrogeno (di prospettive ancora assai incerte) che sull’Euro 6 (che invece dovrebbe essere dietro l’angolo: sarebbero modi per sviare l’attenzione. In questo contesto, l’ingaggio di Schumacher ci sta proprio bene.
Solo chiacchiere tra esperti che pontificano una tartina e l’altra di una presentazione stampa (luogo ideale per dare libero sfogo alla propria supponenza anche in questi tempi in cui molti nel settore dell’auto rischiano il posto)? C’è solo da augurarselo.