Ormai le auto sono tanto sicure che a guidarle sembrano tutte uguali, almeno per un conducente medio.
È per questo che anche costruttori di antico blasone montano sospensioni strettamente derivate da modelli economici (guardate l'Alfa Mito, che ha uno sterzo con molte delle sgradevolezze della Punto, come si legge più chiaramente sulle riviste straniere rispetto a quelle italiane): meglio risparmiare, perché la maggior parte dei clienti non ha la sensibilità per apprezzare certe raffinatezze meccaniche, tanto più che se le economie nella meccanica fanno diminuire la sicurezza poi è l'elettronica a metterci una pezza. Ma, quando si arriva a condizioni-limite come col ghiacchio di questi giorni, le cose possono cambiare drasticamente. E le sorprese peggiori arrivano per chi ha una trazione posteriore (il che ormai equivale a dire Bmw, Mercedes, Maserati, Porsche e supercar varie).
Ormai queste auto si scelgono più per ragioni di status. Anche chi dice che sono più piacevoli da guidare dice il vero, ma va preso con le molle: forse mente, perché nella guida di tutti i giorni occorre sensibilità non comune per apprezzare le differenze. Così si finisce col guidare come con la trazione anteriore. Ma su neve e ghiaccio riemerge l'antico limite della posteriore: le ruote di dietro slittano più facilmente e l'aderenza è tanto bassa che nemmeno l'elettronica aiuta granché (contro i limiti estremi della fisica nessun dispositivo può far nulla). Quindi bisogna usare la massima dolcezza con tutti i comandi, ancor più che con la trazione anteriore. E guardare metro per metro dove si mettono le ruote: è preferibile stare sulla neve quanto più possibile fresca e, se la strada è già stata battuta, evitare le tracce nelle quali si è formato ghiaccio.