Partiam partiamo. A leggere i giornali di inizio settimana, sembrava che il Senato avesse accelerato l'esame del Ddl sicurezza stradale e che volesse arrivare all'approvazione definitiva entro l'anno. Tutto questo nonostante le inevitabili discussioni che avrebbe comportato il famoso emendamento leghista per alzare a 150 il limite di velocità su certe autostrade e come se non bastasse la battaglia sotterranea che stanno combattendo i Comuni per far saltare gli emendamenti che praticamente sottraggono alle loro esauste casse i proventi delle multe e li costringono a far gestire ai loro vigili (anche quando l'organico è composto da una sola persona) tutte le attività connesse alle rilevazioni automatiche. Negli ultimissimi giorni – che poi sono quelli che contano davvero - nessuno tra i principali quotidiani (tranne "Il Sole-24 Ore", col collega Marco Bellinazzo) ha più seguito l'iter del Ddl. Bene, v'informo io. E vi dico che la discussione in commissione Lavori pubblici è ancora al palo. Un chiaro segno che non c'è ancora l'accordo politico sul testo definitivo e che quindi novità come le due che ho appena citato non hanno poi tutta questa certezza di essere approvate.
Si riprenderà la prossima settimana, ma solo in teoria: in quegli stessi giorni, al Senato ci sarà pure la Finanziaria, che ha la precedenza su tutto. E non è nemmeno certo che il Ddl prenda la scorciatoia procedurale che garantirebbe davvero un'approvazione rapida, cioè la trattazione in commissione in sede deliberante (che prevede che l'Aula ceda una parte della sua sovranità facendo solo la ratifica finale del testo votato in commissione): non c'è accordo politico neanche su questo.