I 150 all’ora della Lega? Al Nord sono un’illusione

Sarà l'aria di vacanza, sarà la solita voglia di visibilità su questioni non politicamente scomode. Sta di fatto che anche stavolta abbiamo avuto un esodo all'insegna delle parole dei politici sulla sicurezza stradale. L'argomento più gettonato è stato quello dei limiti di velocità, dopo l'emendamento leghista al Ddl di modifica al Codice della strada che mira ad alzarli a 150 sulle autostrade a tre corsie dove c'è il Tutor. Uscendo dalla solita, prevedibile mischia tra favorevoli e contrari, vi segnalo cinque cose tecniche che come sempre sono sfuggite alla politica.

1. Iniziamo dall'aspetto più paradossale: la proposta leghista potrebbe essere più difficilmente applicabile proprio al Nord. Infatti, si va a innestare sulle norme attuali, che prevedono già dal 2002 i 150, ma solo come facoltà dell'ente proprietario (nessuno li ha mai adottati per non veder peggiorare le proprie statistiche di incidentalità e per non rischiare magari di finire sotto processo penale). La norma del 2002 è più complessa di come oggi la raccontiamo: le tre corsie non bastano, ma ci vogliono pure altre caratteristiche di sicurezza, tra cui un traffico non eccessivo e condizioni climatiche mediamente non sfavorevoli. Ci dicano i senatori leghisti quali sono le autostrade del loro Nord che rispondono a questi requisiti.

2. Il problema più serio, quello che rischia di non far approvare l'emendamento sui 150, è che qualsiasi allentamento sui limiti di velocità può far aumentare la mortalità, anche se di poco. Questo l'Italia non può permetterselo: come buona parte dei Paesi europei, sta combattendo per raggiungere col minor ritardo possibile l'obiettivo di dimezzare i morti rispetto al 2001, che la Ue aveva fissato per il 2010 e che molti, tra cui l'Italia, falliranno. Noi abbiamo in più l'handicap che nei prossimi anni le cifre saliranno: stiamo lavorando per avere statistiche più credibili di quelle attuali, alle quali sfuggono centinaia di morti all'anno. Lo dimostra il fatto che la Campania ha già aggiustato il suo sistema di rilevazione e per il 2008 ha registrato più morti che nel 2007.

3. Altro problema dei 150 sono le emissioni di CO2, come giustamente ha segnalato ieri il sito del Sole-24 Ore. Tenete anche conto che già da oltre un decennio la Francia limita molto la velocità vicino alle grandi città per motivi ambientali.

4. Soprattutto dalle parti dei leghisti, c'è gente che ha abbastanza soldi da violare i limiti scientificamente, cioè di non oltre 40 orari (in modo da non rientrare nella fascia di sanzione che comprende la sospensione della patente). Quindi oggi non superano i 178 orari effettivi (170 più la tolleranza legale del 5%). Alzando il limite, questi signori andrebbero a 200. E qualcuno farebbe anche peggio: il Tutor dà la quasi-certezza della multa, ma a chi è disposto a pagare 260 euro per mancata identificazione del conducente garantisce anche la salvezza della patente (abbatte la possibilità di incontrare una pattuglia che rileva la velocità e contesta l'infrazione sul posto). Occorrerebbe stabilire che a chi viola i 150 si applicano direttamente le sanzioni più alte, anche se poi si rischia che qualcuno faccia intervenire la Consulta per dichiararne l'incostituzionalità (sarebbe forse leso il principio di uguaglianza).

5. Tre corsie possono essere più pericolose di due su cui c'è poco traffico (come quelle del tratto più meridionale dell'A14, da Termoli a Taranto, che sia con le norme attuali sia con quelle ora proposte rimarrebbe a 130). Il problema è che più corsie ci sono più aumentano i possibili cambi di corsia, ognuno dei quali crea pericolo.

Fatto notare asetticamente tutto ciò, vi dico la mia opinione personale. Confermo quanto scrissi in passato: col Tutor io i 150 li autorizzerei. Infatti, credo che sulle migliori autostrade le controindicazioni su mortalità e ambiente (tenendo conto che il traffico non è la sola causa di emissione di CO2) sarebbero sufficientemente limitate. Ma ribadisco che oggi l'Italia non può permettersele davanti all'Europa e quindi prevedo che difficilmente avremo i 150.


P.S.: l'istituzione dei 150 la vedrei meglio specificando agli automobilisti che è un mero esperimento annuale, revocabile se gli incidenti aumentano di oltre un tot (il dato sul semplice numero dei sinistri in autostrada è uno dei pochi già affidabili in Italia). Sarebbe bene aggiungere, sempre in via sperimentale, la sanzione massima per chi viola i 150 e limiti variabili da imporre coi pannelli a messaggio variabile (ormai sono tanti) in caso di traffico intenso, foschia eccetera. Così facendo, una volta tanto, responsabilizzeremmo i conducenti offrendo loro un patto. Se non funzionasse, ci saremmo meritati solo i 130 e tutti zitti!

  • Roberto Santini |

    Gentile dott. Caprino concordo fondamentalmente con tutte le sue considerazioni e vorrei sottoporre alla sua attenzione un elemento in più (da addetto ai lavori) : Lei lo sa qual’è l’incidenza della mortalità sulle autostrade rispetto al totale strade in Italia ? E’ facilmente consultabile sul web e la fonte ufficiale (polstrada-motorizzazione-istat)..per brevità è il 7% !!! tutto questo clamore sulle misure di sicurezza da applicare sul territorio (autostrada) più sicuro lo trovo francamente ridicolo da parte del ministero e della politica anche perchè nessuno si pone un’altra questione giornalisticamente rilevante e collegata al Tutor : chi ha la proprietà del Tutor, perchè chi ne ha la proprietà è un soggeto diverso da chi incassa le sanzioni rilevate dal Tutor e (cosa subdola) qual’è il principio Comunitario in base al quale le Società proprietarie di Autostrade possono aumentare le tariffe dei pedaggi ?? La conclusione vedrà è una grandissima presa in giro !!
    [risponde Maurizio Caprino] Sì, qualche volta l’ho ricordato che l’autostrada è comunque l’ambito più sicuro, stavolta nella fretta e nella consapevolezza di aver già scritto un post bello lungo (chi se lo legge poi?) non mi sono ripetuto. Comunque, visto che l’investimento non lo fa direttamente lo Stato ma un gestore privato, sono soldi “suoi” e sta a lui decidere come usarli.
    Quanto alla questione tariffaria, io ho già scritto più volte che il Tutor serve ad Aspi per diminuire la mortalità, che è uno dei parametri della formula del price cap in vigore per calcolare gli adeguamenti tariffari. Mi accingo a scrivere un post sul discutibile emendamento-Grillo che gira gli incassi del Tutor al gestore della strada. C’è dell’altro?

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