Quando la pubblicità abusiva riproduce un segnale

Cartello pubblicitario segnale a Firenze 
Nella mia infanzia (anni 70) vivevo a Napoli e uno dei ricordi rimasti nella mia mente è la presenza di tante cose che oggi definiremmo kitsch. Tra queste, cartelli pubblicitari con disegni e colori che evocavano (o addirittura riproducevano) pari pari i segnali stradali, tipo "Alt, pizza da Gennaro", "Stop, precedenza al risparmio" e così via. Poi ho capito che erano pure pericolosi, ma ero ormai ragazzo e negli anni 80 non mi pareva di vederne più tanti. Ma ci sono ancora. La foto qui sopra, scattata da Paolo Giachetti a Firenze (viale Guidoni) parla da sola. E qui a Bari c'è (o c'era, non ci passo da un po') un'autoscuola che dovrebbe insegnare il Codice della strada e invece ha un bello stop sull'insegna (finge d'ignorare l'articolo 49 del Regolamento di esecuzione del Codice stesso, che vieta qualsiasi segno possa anche solo confondersi coi segnali stradali).

Aspetti paradossali a parte, mi resta una curiosità tecnica. Tradizionalmente, simili abusi sono stati tollerati perché la procedura per rimuoverli era difficile. Ma da qualche anno l'articolo 23 del Codice della strada è stato modificato (commi 13-bis, 13-ter e 13-quater) in modo da permettere la rimozione rapida senza aspettare che provveda il proprietario. A suo tempo vi scrissi che cheque norme in autostrada cominciavano a dare qualche frutto. E in citta?