Se vi beccano col Telelaser e vi mostrano uno scontrino in cui l'orario della rilevazione è sbagliato, non illudetevi: la prova dell'infrazione resta pur sempre il verbale. Se è corretto quest'ultimo, non c'è nulla da fare. E comunque, per mettere in dubbio il suo contenuto, avete praticamente una sola strada, salvo che l'errore degli agenti sia clamoroso: fare una querela di falso contro il verbale. Tutto questo si capisce dalla sentenza n. 24245 del 17 novembre, di cui si è avuta notizia ieri dalla Cassazione.
Per la verità, non sembra una sentenza rivoluzionaria. In fondo, che le risultanze degli apparecchi di rilevazione della velocità siano solo fonti di prova e non prove lo stabilisce già il Codice della strada (articolo 142, comma 6). E che per mettere in dubbio un verbale si debba arrivare quasi sempre alla querela di falso lo aveva affermato di recente la stessa Cassazione (sentenza 17355 del 24 luglio, di cui vi scrissi all'epoca). Ma molti provano a fare ricorso comunque e chi ha la fortuna di ritrovarsi in mano uno scontrino sbagliato può essere tentato a farlo più degli altri. Meglio avvisare, dunque. Anche se va sempre ricordato che ogni sentenza della Cassazione è vincolante solo nella causa cui si riferisce e che la Corte talvolta cambia idea anche su casi analoghi a quelli su cui ha già preso decisioni, quindi non si può mai sapere come va a finire.