Sempre su "Auto Tecnica" di ottobre, ho letto un'analisi razionale della Opel Ampera, l'auto ibrida forse più avanzata del momento (rispetto alla celebrata Prius, il motore elettrico ha un ruolo più importante, anche se il confronto è improprio perché la vettura giapponese è già sul mercato, la tedesca è ancora un prototipo, sia pure marciante). Tra le tante cose, si bacchettava il bagagliaio: la presenza di motori termico ed elettrico e del pacco batterie fa sì che restino per le valige solo 300 litri. In pratica, lo spazio che c'è in una medio-piccola lunga poco più di quattro metri, mentre l'Ampera arriva ai 4,50.
Ma poi ho visto su "Quattroruote" la prova della nuova Porsche Panamera Turbo, notando che hanno rilevato un bagagliaio appena poco più grande (325 litri), nonostante una lunghezza complessiva dell'auto decisamente "importante" (quasi cinque metri, come le berlinone americane).
Che senso ha, dunque, spendere 100mila euro per una Panamera e ritrovarsi con un bagagliaio che potrebbe non bastare? Se poi la mettiamo dal punto di vista ambientale, non c'è partita: nonostante tutti gli affinamenti, la Porsche emette 285 grammi di CO2 al chilometro, poco più del doppio del valore entro il quale si ha diritto agli incentivi (che in pratica è il minimo per essere considerati "ecologici").
Certo, il fascino, le prestazioni e il piacere di guida di una Porsche sono ben altra cosa rispetto all'Ampera. Ma la razionalità dice che il nostro destino è ormai quello di stare perlopiù in mezzo al traffico. E in queste condizioni non vince certo la Panamera.