Tre settimane fa ho fatto per "Il Sole-24 Ore Sud" un'intervista al presidente dell'Anas, Pietro Ciucci. Tra i miei colleghi, com'è naturale, l'attenzione si è concentrata tutta sulla parte in cui Ciucci ha annunciato l'apertura a dicembre del cantieri per il Ponte sullo Stretto. Ma io, che mi occupo di sicurezza stradale, so che le nuove opere non risolvono i problemi. Anzi, possono aggravarli, drenando risorse alla manutenzione delle strade esistenti. Per questo avevo chiesto a Ciucci quanto spende l'Anas sulla manutenzione e sulla sua risposta ho ricevuto un po' di quesiti da parte degli addetti ai lavori.
Nell'articolo avevo scritto solo l'ultima cifra che mi aveva fornito Ciucci: per quella ordinaria sono stati spesi in tutto 323 milioni. Ora, a seguito di richieste da parte di esperti, posso aggiungere un'altra cifra emersa nel corso dell'intervista: per i soli appalti esterni, nel 2008 sono stati spesi 127 milioni, dal che si deduce che la differenza (196 milioni) è stata coperta da interventi effettuati direttamente da personale Anas, con mezzi dell'azienda.
Posso aggiungere che il totale è certamente una somma importante, ma è di tutta evidenza che non basta a coprire tutta la rete. Qui s'inserisce una perplessità che ho raccolto tra gli addetti ai lavori: se le risorse sono quelle che sono, perché impiegarne una parte per sviluppare la nuova barriera salva-motociclisti, che invece potrebbe essere progettata, sperimentata e omologata dai privati? A questa domanda solo il mercato potrà rispondere, quando nascerà un vero mercato (ossia quando ci sarà effettivamente una forte richiesta di barriere salva-motociclisti da parte degli enti proprietari di strade): solo allora si potranno confrontare i prezzi e i costi tra Anas e privati. Per ora si può dire solo che investire su queste barriere presenta un alto grado di rischio: la loro sperimentazione non può ancora avvenire secondo criteri internazionali ben definiti (che non esistono ancora, essendo la materia molto complicata), per cui si sta procedendo "a vista". Il che è certamente lodevole, ma espone al rischio di dover rifare tutto qualora si affermassero, anche a seguito dei test attuali, criteri e parametri diversi.