Sono il primo a riconoscere che negli ultimi anni (diciamo dal 2005) la gestione degli ingorghi sulla grande viabilità nazionale è molto migliorata: da quando Bertolaso bestemmiò pubblicamente contro i gestori autostradali che "dormivano" e si è costituito il Centro nazionale di coordinamento presso la direzione della Polstrada, di fronte a situazioni critiche c'è più preparazione (molti schemi operativi sono studiati a priori) e le autorità azzardano molto più di prima consigli drastici come "non percorrete quel tratto, seguite questi itinerari alternativi". Ma l'altro ieri sull'A1 tra Frosinone e Anagni tutto si è inceppato: come si è letto sui giornali, l'Italia è rimasta spezzata in due a causa di una manifestazioni di operai che ha bloccato la principale autostrada nazionale, causando code fino a 40 chilometri. Una lunghezza-record per essere in autunno. Si sarebbe potuta ridurre avvisando per tempo chi era diretto verso l'Adriatico e lo Jonio di deviare verso Pescara, una volta giunto all'altezza di Roma. Invece nessun intervento tempestivo. Speriamo la prossima volta (visto che con la crisi dobbiamo abituarci anche a queste manifestazioni, già "sperimentate" negli anni passati soprattutto sull'Autolaghi per la chiusura dell'Alfa di Arese).
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RT @Paoblog: La bisarca occupa l'intera carreggiata. Il ciclista, vestito di scuro e senza luci vuole infilarsi tra le ruote ed il cordolo.…
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