Oggi su repubblica.it (http://www.repubblica.it/2009/10/motori/sicurezza/ottobre-sicurezza-09/coyote-autovelox/coyote-autovelox.html?ref=hpspr1) compare in evidenza un articolo sul Coyote, un "antiautovelox" che, a detta di chi lo vende, sarebbe efficace e legale. Insomma, un bingo finora mai raggiunto in Italia, anche se correttamente il collega di Repubblica scrive che "qualche dubbio rimane". Cerchiamo di capirci qualcosa, dunque.
Quanto all'efficacia, l'apparecchio non si basa sui soliti sensori di raggi laser (che possono "vedere" l'autovelox solo dopo che "lui" ha "visto" voi e quindi sono inutili), ma è un navigatore in grado di memorizzare le segnalazioni di una community di utenti, oltre alle mappe delle postazioni fisse. Quindi è vero che non ha i limiti dei concorrenti, ma è altrettanto vero che bisognerà vedere se e come la community funzionerà.
Quanto alla legalità, la questione è ancor più delicata (lo segnala pure Paoblog http://paoblog.wordpress.com/2009/10/14/arriva-la-spia-da-autovelox-ma-serve-per-la-sicurezza/). Infatti, nel 2000 nel Codice della strada sono stati inseriti gli ultimi due commi dell'articolo 45, che sono piuttosto rigidi: vietano tutti i dispositivi che "direttamente o indirettamente" segnalano i controlli di velocità e fissano sanzioni severe (743 euro di multa e confisca dell'apparecchio, cui si aggiunge il rischio di essere denunciati per interruzione di pubblico servizio). Un quel "direttamente o indirettamente", secondo me, rientra in pieno pure il Coyote. Pensate che due anni fa il ministero dell'Interno, con una circolare, si era espresso (correggendosi poi nel giro di qualche settimana) persino contro i navigatori tradizionali, che riportano tra i "punti d'interesse" le postazioni fisse e quelle abituali dei controlli mobili, a prescidere dal fatto che i controlli fossero davvero in atto. Figurarsi con Coyote, che invece avvisa – almeno in buona parte – solo di quelli davvero in atto. Tanto più che, nella circolare con cui due anni fa si corresse, il ministero chiarì che vanno puniti solo quelli che usano apparecchi che indicano i controlli effettivi.
Dunque, chi vende il Coyote dovrebbe mostrarci, se è in grado di farlo, un'ulteriore nota ministeriale che dà loro ragione. E attenzione: già in passato è successo che qualche azienda sbandierasse risposte ottenute surrettiziamente dal ministero, per esempio ponendo una domanda sotto mentite spoglie durante uno di quei forum sul web che la Polizia stradale organizza periodicamente per spiegare al pubblico determinati aspetti delle norme e della sicurezza. Risposte di questo tipo valgono poco, non fatevi fuorviare dai venditori: le pattuglie seguono le leggi e le circolari.
P.S.: mi risulta che stia partendo anche una segnalazione per l'Antitrust, per inibire qualsiasi forma di pubblicità dell'apparecchio. Ora bisognerà vedere come si regoleranno le forze dell'ordine sul territorio: il Codice della strada vieta anche la produzione e la commercializzazione degli antiautovelox, per cui in teoria possono andare nella sede della Magneti Marelli e nei negozi dei suoi rivenditori per sequestrari tutti gli esemplari che trovano e sanzionare chi li detiene.