Ieri mattina mi è capitato a tiro Maurizio Leo, il promotore della sanatoria sulle multe. L'ho incontrato in trasmissione a "Cominciamo bene", su Raitre, dove parlavamo appunto di questa specie di condono. Ho così potuto domandargli come va interpretato un passo critico della norma che lui stesso ha presentato e fatto approvare dal Parlamento: a che cosa si riferisce la data-limite entro la quale si può fruire dell'agevolazione. Infatti, il testo ammette la sanatoria solo "per i verbali elevati entro il 31 dicembre 2004", espressione che giuridicamente significa poco: un verbale non si eleva ma si redige e la data in cui lo si fa può anche essere diversa da quella dell'infrazione. Pensate al caso classico dell'autovelox: infrazione del 20 dicembre 2004 e verbale redatto solo quando sono pronte le foto e le ricerche degli intestatari dei veicoli, cioè nei primi mesi del 2005. Leo all'inizio si è mostrato incerto. Del resto, è un grande tributarista, tanto che ha ricoperto alti incarichi alle Finanze prima di diventare parlamentare (e ora è pure assessore comunale di Roma); nulla di strano che di Codice della strada sappia poco. Così ha telefonato agli esperti del Comune, concordando quest'interpretazione: loro decideranno chi ha diritto o no alla sanatoria sulla base della data in cui è stata commessa l'infrazione. Quindi è l'opzione più favorevole al cittadino, difficile che qualcuno abbia da ridire qualcosa. Vedremo però come si regoleranno nelle altre città.
P.S.: si poteva pensare a questo aspetto prima di approvare la legge, in modo da evitare incertezze. Sì, ma solo in un Paese normale. In Italia, invece, le norme si fanno approvare con blitz parlamentari sempre più fulminei, per non farsi bloccare dalle lobby contrapposte o da qualche controllo sulla pertinenza degli emendamenti con la legge in cui si propone di inserirli. Insomma, vanno tutti di fretta e di nascosto. Non stupiamoci se poi escono norme più imperfette del fisiologico.