L'incidente di domenica sul Lungotevere ha attirato l'attenzione dei media e, di conseguenza, del sindaco di Roma. Così sui giornali di oggi si legge dell'intenzione di potenziare i controlli di velocità nella capitale. "Repubblica", poi, ne fa una questione più generale di sicurezza stradale nei centri abitati, ricavandone una doppia pagina. Peccato che, a parte poche e vaghe righe in cui si sintetizza una dichiarazione di un ufficiale, non ci sia traccia del problema principale: se anche si decidesse per la tolleranza zero, occorrerebbe fare i conti con la legge, che di fatto vieta i controlli in pieno centro abitato. Sì, perché l'obbligo di presegnalare gli apparecchi con almeno 400 metri di anticipo e di ripetere i cartelli subito dopo ogni incrocio (Dl 117/07) è impossibile da rispettare in molte parti delle nostre città (compreso il Lungotevere): difficilmente un isolato è più lungo di 400 metri.
Non basta: già dal 2002 (legge 168) sono stati vietati in città i controlli automatici di velocità: se i vigili vogliono contrastare i velocisti, devono organizzare apposite pattuglie. La disposizione nasceva per evitare i soliti abusi per fare cassa, considerando che in città è più facile fermare subito i trasgressori. Ma si rischia di cadere nell'eccesso opposto: se non c'è abbastanza personale, addio autovelox.
Tutto ciò vi dimostra come sia complesso il problema: se lo risolvete da un lato, create danni su un altro.