Le strade della vergogna/1 – L’incidente di Turi: tre morti e un guard-rail di cartone

Stavolta qualche giornalista si è persino fatto i conti: di fronte alla tragedia pugliese di oggi pomeriggio (l'uscita di strada di un'utilitaria – nuovissima, se non ho visto male – guidata da un 74enne) hanno sommato il numero dei morti con quello dei feriti e concluso che su quella piccola auto viaggiavano in sei. Il messaggio sottinteso è più o meno questo: se fossero stati in cinque come da regola, non sarebbe andata così. In effetti, senza voler offendere la memoria di nessuno, sembra che quella coinvolta nell'incidente fosse una famiglia-tipo di quelle italiane, con tutti i relativi pregi e difetti (tra questi ultimi, un'attenzione alla sicurezza stradale che è quel che è). Ma a me il problema pare un altro: in tv si è visto il guard-rail che, cedendo, ha fatto precipitare l'utilitaria nella campagna qualche metro più giù dell'asfalto e si nota che probabilmente anche quello è tipico delle strade italiane. Cioè un modello vecchio, fatto per le vetture di quarant'anni fa, che pesavano la metà di quelle attuali. E forse anche montato in modo approssimativo: mi è parso che le immagini mostrassero paletti di sostegno abbattuti come se fossero stati piantati nella sabbia.

Come al solito, la controprova non l'avremo mai. Anche perché un urto contro un guard-rail moderno, adeguato e ben montato può anch'esso fare molto male agli occupanti del veicolo che lo subisce, soprattutto se non allacciano tutti le cinture.