Ora che fa seriamente caldo, torniamo a maledire i sedili della nostra auto ogni volta che vi entriamo mentre è parcheggiata al sole. Con conseguenze sulla sicurezza: talvolta nei primi minuti ci sediamo in posizione innaturale pur di minimizzare il contatto con lo schienale rovente. E che dire quando persino la corona del volante diventa intoccabile?
Fino a qualche anno fa, imprecava di più chi aveva scelto (o gli avevano imposto) i sedili rivestiti di pelle, mentre oggi il proliferare dei materiali e delle colorazioni rende tutto più vario. In generale, stanno meglio proprio gli utenti di auto di lusso, anche se c'è la pelle: a parte i progressi nei materiali, certi sedili hanno una tale quantità di congegni interni (anche piccoli ventilatori che fanno evaporare il sudore più in fretta) da dare rapidamente un certo confort termico anche in situazioni difficili. Ma proprio tutta questa grande quantità di congegni aggiunge peso e crea complicazioni costruttive che potrebbero costare molto (sia in tempi di riparazione sia in denaro) se qualcosa si guastasse durante la vita dell'auto.
E allora, come ho appreso da una relazione tenuta da Salvatore Demontis del Centro ricerche Fiat alla Conferenza Ata di maggio a Torino, si sta lavorando ancora parecchio sui materiali. Oggi la chimica e le nanotecnologie permettono di studiare fibre miracolose, come si vede talcolta anche nel campo della moda. Speriamo di vederle presto sulle auto di tutti i giorni.