Ora esami-patente solo al computer. Blindati, ma…

Oggi "Il Sole-24 Ore del Lunedì" fa un bilancio della patente a punti a sei anni dalla sua istituzione. Si conferma che la stragrande maggioranza dei guidatori è rimasta a punteggio pieno e quindi dopodomani maturerà il terzo bonus biennale per buona condotta (arriveranno tutti a 26 punti e la loro corsa si arresterà solo tra quattro anni, quando raggiungeranno quota 30, il massimo previsto dalla legge). Ma c'è una novità: per la minoranza di quelli che arrivano a esaurire la dote, la vità è diventata più dura. All'inizio, infatti, rifare gli esami era più che altro una formalità, perché vigeva la regola non scritta di non bocciare nessuno in sede di revisione patente (che esisteva anche prima della patente a punti, applicata discrezionalmente per casi gravi, mentre ora scatta anche – appunto – quando si resta a quota zero); adesso, invece, tutti gli esami si fanno al computer, che non guarda in faccia nessuno. Un bel salto per la Motorizzazione, non c'è che dire. Ma i problemi non mancano.


Un bel salto perché mette fine all'epoca delle "autoscuole sede d'esami", dove non di rado le patenti si conseguivano "un po' così": c'erano esaminatori che si facevano corrompere dai titolari e titolari che, giocando "in casa", riuscivano ad aiutare i loro allievi passando loro le risposte corrette ai quiz. Questa è storia giudiziaria. Adesso c'è un sistema centralizzato pressoché blindato. E anche passare le risposte diventa molto più difficile, perché gli esami si fanno solo alla Motorizzazione e quindi le forze dell'ordine possono tenerli sotto controllo senza disperdersi ai quattro angoli delle città. Tanto che la settimana scorsa a Bari è bastato che si appostassero attorno agli uffici della Motorizzazione per beccare alcuni signori che stavano suggerendo le risposte via radio dalla strada.

Ma qualcuno mi ha fatto notare un paio di cose:

– il programma di attività degli esaminatori per ciascuna seduta (il cosiddetto "nastro operativo") viene calcolato senza tenere presente che bisogna identificare i candidati, quindi per rispettare i tempi gli esaminatori sono portati a delegare l'identificazione a loro colleghi non abilitati, col rischio che qualcuno di essi sbagli o sia corrotto, per cui se emergessero magagne come sostituzioni di persona (che storicamente non sono rare) dovrebbero prendersene la responsabilità pur non avendole fatte materialmente;

– il sistema informatico funziona tramite smart card, fornite dalle Poste, con le quali i funzionari abilitati a effettuare gli esami devono stipulare un contratto diretto a proprio nome, cosa che ovviamente non piace né a loro né ai sindacati, che chiedono la stipula da parte dell'Amministrazione. Così alcuni si rifiutano e di fatto gli organici si assottogliano ulteriormente.