Multe ai Comuni, obbligo di mettere a posto le strade e il bluff della scatola nera. I volti nascosti della riforma del Codice

Voilà, la miniriforma è servita. Almeno per ora. Una settimana fa, la commissione Trasporti della Camera ha licenziato la sua versione del Ddl di modifica al Codice della strada che aveva iniziato il suo iter da quasi un anno e i giornali si sono scatenati. Come facciamo notare nello speciale del portale motori del Sole-24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/dossier/Norme%20e%20Tributi/2009/sicurezza-stradale/), le novità non sono ancora definitive né tantomeno sono già in vigore: potrebbero essere ulteriormente modificate a partire dal 18 maggio, quando il Ddl dovrebbe approdare in Aula. E, fino alla fine, Matteoli potrebbe anche "appropriarsi" del testo (in tutto o in parte, con o senza stravolgimenti) e farci un decreto legge da dare subito in pasto all'opinione pubblica durante gli esodi estivi. In ogni caso, colpisce la ponderosità del testo, che va a toccare tantissime cose. I resoconti di stampa ne hanno omesse molte e, d'altra parte, in questa fase ha poco senso descriverle tutte. Ma tre cose voglio segnalarvele.

Innanzitutto, c'è una stretta sulle gomme: sanzioni per chi viaggia tenendole sgonfie (incredibile, ma oggi non ci sono) e possibilità di evitare il montaggio di catene (quando prescritto) non più per chi ha le coperture genericamente marchiate M+S, ma solo per chi ha quelle "specializzate" per l'inverno (che alla scritta M+S affiancano il logo stilizzato del cristallo di neve o della montagna). Un buon successo per Assogomma, che credo abbia seguito con interesse (legittimo) i lavori parlamentari.

Poi c'è una revisione dell'articolo 208, quello che disciplina l'uso dei proventi delle multe. Per la prima volta, c'è una sanzione (anche molto blanda) per i Comuni che non spiegano come li usano. E ci sono vincoli più stretti proprio sull'utilizzo: c'è una quota riservata a mettere a posto asfalti e guard-rail. Una rivoluzione. E un bel successo per Confindustria-Finco, che ha proposto e caldeggiato queste cose. Meritoriamente: pensate solo al ponte sul Po crollato alla periferia di Piacenza una settimana fa, aggiungete che molti manufatti stanno per compiere i 70 anni per i quali il loro cemento è garantito e avrete un'idea di come stanno le cose…

Infine, una certa enfasi mediatica è stata data alla scatola nera, di cui il testo approvato in commissione effettivamente parla. Ma, se lo leggete, scoprite che c'è solo la possibilità di avviare una sperimentazione, se non sarà in contrasto con le norme europee. E attualmente la scatola nera lo è. Quindi o ci s'inventa un escamotage (mesi fa, avevo suggerito di imporla solo a chi commette certe infrazioni, così l'obbligo diventa una sanzione – che per questo è soggetta a legislazione nazionale – e non più una norma di equipaggiamento tecnico dei veicoli, su cui invece deve decidere la Ue).

  • giancar55 |

    No all’inasprimento delle sanzioni, credo che vadano ridotte e rese efficaci ma questo sicuramente è sperare troppo.
    Per quanto riguarda l’utilizzo dei proventi di cui all’art. 208 ben vengano le norme che rendono effettiva la destinazione per la manutenzione delle strade e per la sicurezza stradale.
    Sull’uso dell’autovelox da parte delle polizie municipali sulle strade extraurbane vediamo che succede. Se vorranno lasciarle terra di nessuno facciano pure, poi raccoglieranno i frutti.

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