La patente di Brunetta, il bollo di Berlusconi e i cittadini truffati

Tra un'ovazione e una lacrima commossa, anche in questi giorni di congresso Pdl Renato Brunetta ha trovato il tempo per annunciare novità mirabolanti nella Pubblica amministrazione. E, naturalmente, i giornalisti hanno trovato lo spazio per riferirne pari pari. L'ultima del ministro della Funzione pubblica è stata annunciare su un paio di radio che presto alla Ferrari entrerà in funzione un sistema che permetterà di espletare pratiche burocratiche dal computer della propria scrivania. Tra queste, il rinnovo della patente, per il quale già dal '95 il cittadino non deve fare nulla: dopo la visita medica, sono i sanitari a inoltrare tutto a Roma al Ced della Motorizzazione, che spedisce il tagliandino di aggiornamento a casa dell'interessato. O Brunetta intendeva dire che anche la visita medica si potrà fare "via computer" (come già fanno un po' di medici che – documentano varie indagini giudiziarie – producono certificati senza nemmeno guardare in faccia i richiedenti, alla faccia della sicurezza stradale)?


La verità è che un conto sono gli annunci fatti davanti a chi nemmeno sa di cosa si parli e un conto è la vita quotidiana delle persone. Che avrebbero bisogno di tutt'altro rispetto agli annunci. Prendete il bollo auto. Un anno fa, in campagna elettorale, Berlusconi ne ha promessa l'abolizione. Da allora non se n'è più parlato. E, soprattutto, il bollo è diventato la cenerentola tra gli assessori regionali e il ministero dell'Economia, per cui tutte le varie storture che lo costellano sono finite in fondo all'agenda (nel senso che negli ultimi dieci anni se n'è discusso senza risolverle, ora nemmeno più se ne parla). Senonché ora, con la crisi, capita più spesso che ci siano punti di riscossione i cui titolari tengono per sé i soldi che incassano dai cittadini, anziché versarli alle Regioni. Me ne sono occupato dieci giorni fa a "Mi Manda Raitre" e da allora ho scoperto che ci sono più casi, ognuno con le proprie peculiarità. Per i malcapitati, non c'è verso di capire se la transazione è andata a buon fine: nessuno ha mai pensato di istituire un sistema che identifichi i riscossori realmente abilitati o permetta di consultare in tempo reale e in modo affidabile la posizione tributaria del proprio veicolo. Addirittura, in dieci anni non siamo riusciti nemmeno a imporre un modello unico di ricevuta quale che sia lo sportello in cui si paga, per cui è già un miracolo se non ci abbiano già inondati di false ricevute (tanto, chi le distingue dalla pletora di quelle vere?). Ma poi le Regioni i soldi li rivogliono sempre dai cittadini: "Fatevi risarcire dai truffatori", è l'ineffabile tesi di funzionari e dirigenti, che non fanno nulla di credibile per prevenire queste truffe poi non hanno nemmeno tutti i torti perché la politica li ha abbandonati a se stessi. Ministro Brunetta, ci annuncia qualcosa anche su questo?

  • Paoblog |

    Siamo in un Paese dove nei Tribunali girano i commessi con i carrellini pieni di faldoni degni dell’800, l’informatica neanche sanno cos’è. Con conseguente lentezza dei processi, aggravio dei costi della Giustizia, ma nessun governo (destra o sinistra, poco importa). Arrivano cartelle pazze che talvolta sei costretto a pagare e poi chiedere il rimborso che prima o poi (forse) arriverà. Abbiamo dovuto fare causa (vinta) all’Agenzia delle Entrate che pretendeva il pagamento di Iva chiaramente non dovuta, perdendo soldi ed anni di tempo. Un anno si ed uno pure ti sollecitano il pagamento del bollo auto e via così…Non vedo futuro per un Paese in queste condizioni. Avremmo bisogno di una nuova classe politica, attenta alle reali necessità del Paese, che sappia vedere “oltre” la prossima campagna elettorale. Leggeco tempo fa un politologo che affermava che in Italia non viene rieletto “chi fa” ma chi “impedisce di fare” e temo abbia ragione…L’importante è favorire chi ha interessi qui o là…

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