Non credevo ai miei occhi mezz'ora fa, quando ho visto che persino il Tg1 ha dato spazio all'iniziativa dell'Aci che ha denunciato il cattivo e scarso uso dei seggiolini e le insufficienti caratteristiche di sicurezza di non pochi modelli in commercio (Scarica Crash test e dati Aci ). Le cifre le leggete nel comunicato e sono brutte, in linea coi dati dell'Istituto superiore della sanità ricordati oggi dalla Fondazione Ania: chi siede sui sedili posteriori non si allaccia quasi mai e spesso si tratta di bimbi grandicelli, ritenuti dai genitori non più proteggibili con seggiolini (che invece andrebbero usati fino a quando si è alti meno di un metro e mezzo, cioè fino ai 12 anni circa).
Ma di questo abbiamo già parlato altre volte. Qui voglio commentare i risultati dei crash-test dei seggiolini, effettuati congiuntamente da vari Automobile club europei tra cui l'Aci, che oggi ne ha presentato i risultati in Italia (li trovate sempre nel comunicato stampa linkato sopra). Il Tgi ha lasciato credere che i 52 seggiolini testati siano gli unici in commercio e questo non è vero: non vedo traccia di almeno una marca che fa prodotti giudicati buoni dal Touring club svizzero. Sarebbe poi bene spiegare come vengono fatti questi test e che differenza c'è con quelli fatti da altri. Aldilà di questi dubbi, emergono due certezze:
1. i requisiti internazionali (Ece 44/03 e 44/04) per ottenere l'omologazione sono troppo laschi, se è vero che buona parte dei seggiolini testati ha avuto risultati insoddisfacenti (e nella realtà di tutti i giorni va anche peggio, perché nei test i manichini e i seggiolini vengono fissati in modo perfetto, cosa che il Signor Rossi difficilmente riesce a fare);
2. i modelli peggiori di fatto coincidono con quelli che trovate più spesso all'ipermercato.