Una piccola storia per non prendere multe deprimenti

Mi ha colpito la notizia di un vecchietto ligure che si sarebbe sparato perché, nel giro di poco tempo, ha ricevuto una bolletta ingiustamente alta e una multa per un'infrazione stradale comessa in un luogo dove non era mai stato. Secondo le conclusioni tratte dai miei colleghi cronisti, l'uomo non avrebbe retto alla tensione di dover dimostrare le proprie ragioni. Ve ne parlo non solo perché effettivamente le multe che arrivano a persone estranee ai fatti non sono poche, ma anche perché se ne possono prendere altre pur essendo cittadini prudenti, cosa che può far sentire scoraggiati e vessati. Vi faccio un caso concreto, per farvi capire che multe del genere sono evitabilissime: basta sapere come funzionano i controlli. Tra l'altro, ciò serve anche a rendere più sicuro il viaggio.

E' successo a una persona che conosco bene e che, peraltro, guidava la mia auto, per cui il verbale è arrivato a me (non vi nascondo il disagio). Questa persona, alle 7,30 del mattino, si era appena messa in viaggio da Taranto per Milano e voleva fare il più presto possibile perché trasportava un'altra persona che stava male e quindi non poteva restare in auto troppo a lungo. Bene, giunto a un semaforo noto da almeno 15 anni perché è stato uno dei primi su cui hanno messo il Photored, ha bruciato il giallo "sconfinando" nel rosso e venendo giustamente fotografato. L'unico vantaggio che ne ha tratto è stato il non aspettare un paio di minuti per il verde successivo.

Poco dopo, questa persona si è trovata su un'autostrada ormai sottoposta a controlli di velocità col Tutor per buona parte del suo tracciato. E già m'immagino la scena: grande tensione per controllare che la lancetta del tachimetro non oltrepassasse la soglia sacrilega dei 130. Peccato che – tra modo di funzionare del Tutor, tolleranze imposte dalla legge e scarto del tachimetro - sia di fatto possibile tenere i 140-150 di tachimetro senza rischiare alcunché. Così facendo, questa persona avrebbe anche risparmiato ben più dei due minuti che le sono costati 150 euro e sei punti-patente a quel semaforo.

Insomma, bisogna sapere come funzionano i controlli e come riconoscerli. Certo, sono materie che non si studiano a scuola guida, ma solo così si riesce ragionevolmente a indirizzare la propria attenzione dove occorre (agli apparecchi di rilevazione e ai pericoli della strada) e si riesce a evitare la multa.

P.S.: il verbale del Photored era del 24 gennaio e portava il numero 75, quindi si può dire che in un mese ci siano cascati un centinaio di guidatori. Pochissimi, in rapporto all'alto volume di traffico della strada. Segno che ormai la gente in genere sa che c'è l'apparecchio e lì non fa più stupidaggini oppure che i vigili – contrariamente a loro colleghi di altri Comuni che si fanno aiutare illegalmente ad ditte private – spengono tutto se sanno di non poter stare dietro all'esame di tutte le foto? Temo che non lo sapremo mai: in pochi centri l'attività della Polizia municipale è così trasparente da consentire di capirlo.

  • mario siniscalchi |

    così a furia di guardare il tachimetro finisci sotto un tir (e non hai più problemi di punti patente)
    [risponde Maurizio Caprino] E infatti lo scopo del mio post è dire che col Tutor il limite si può anche superare di un po’ e non succede nulla, quindi non ha senso stare con l’occhio fisso sul tachimetro. E’ un’autopunizione inutile, quando invece si dovrebbe apprezzare l’altro lato della medaglia: la guida più rilassata che s’instaura in tutti su quei tratti, dove finalmente manca quella competitività pistaiola (e, alla fine, stressante, perché in pista ci sanno davvero stare proprio in pochi) che spesso si vede altrove.

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