Parlamento scatenato sul Codice: le lobby non aspettano la riforma

Ieri chi ha la pazienza di leggermi sul Sole-24 Ore ha fatto appena in tempo a finire il mio articolo sulla caterva di novità che stanno per diventare definitive col Ddl sicurezza e già arrivavano comunicati su un'altra modifica al Codice della strada, stavolta piazzata nel Dl milleproroghe: la liberalizzazione del tuning. Ancora poche ore e il sottosegretario Carlo Giovanardi ribadiva la volontà di introdurre test anti-droga obbligatori prima di rilasciare ai ragazzi il patentino per ciclomotori. E alla Camera il comitato ristretto della commissione Trasporti sta lavorando su un testo che contiene la guida a 16 anni, l'Esp di serie e tante altre novità. Salvo qualche cosa che vi spiego più sotto, sono tutte idee lodevoli, per carità. Ma danno la sgradevole (e purtroppo esatta) idea di quale assalto alla diligenza ci sia sul Codice: le tante lobby – piccole e grandi - coinvolte nelle varie materie stradali hanno partecipato agli incontri preliminari al ministero delle Infrastrutture per preparare la delega al Governo per la riforma complessiva, ma nel frattempo – sapendo che il percorso della delega dura almeno due anni e può avere risultati incerti – non perdono la minima occasione per spingere le novità che interessano loro.

Che cosa non va, dunque, sulle modifiche che potrebbero precedere la riforma? Ecco una sintesi.

Quanto al Ddl sicurezza, vengono tappati alcuni buchi lasciati dagli inasprimenti degli ultimi anni (soprattutto su alcol, droga e omessa assicurazione) e vengono introdotti nuovi giri di vite. In particolare, chi beve tantissimo o si droga non solo perderà la patente come ora, ma riuscirà a rifare gli esami dopo cinque anni e non più dopo uno; ma occorroni più controlli su strada, perché già oggi le cronache sugli incidenti gravi dimostrano che non poca gente si mette alla guida anche dopo la revoca della patente. Senza contare che più sono severe le norme e più la gente scappa, non soccorrendo le persone che investe o innescando pericolosi inseguimenti perché non si ferma all'alt (un paio di mesi fa ci hanno rimesso la vita due giovani palermitani in motorino senza assicurazione).

Quanto al tuning, molto viene lasciato a decreti ministeriali. Attendiamo di vederli.

Quanto a Giovanardi, il test antidroga non basta: occorrerebbe estendere al patentino l'obbligo di visita medica, che nel 2003-2004 non si volle istituire per non penalizzare gli anziani. E il test antidroga andrebbe aggiunto alla visita medica oggi obbligatoria per le patenti di auto, moto e mezzi pesanti. Non basta: la visita sla fanno sanitari che non conoscono il soggetto, per cui andrebbe preceduta da un certificato anamnestico, con cui il medico di famiglia mette nero su bianco che non ci sono malattie che precludono la guida e non si vedono alla visita.

Quanto all'Esp di serie, non si può: deve deciderlo l'Europa.