La superstrada Basentana è l’arteria principale della Basilicata, ma è sempre stata un deserto: poco traffico, pochissime aree di servizio, paesi che si vedono solo in lontananza su molti e colline attorno. Così da sempre c’è gente che per andare dall’Alto Jonio a Roma la evita per paura di restare senza assistenza e preferisce le autostrade A14 e A16: non importa che si allunghi il percorso e si paghi il pedaggio. Con queste premesse, era logico che tutto questo riemergesse nelle polemiche dell’altro giorno sulla morte di due ragazzi lucani finiti nella scarpata adiacente alla carreggiata la notte prima, presso Ferrandina (Matera): si sono accorti di loro solo la mattina dopo, per cui potrebbero essere morti per mancanza di soccorsi. Ma secondo me il vero scandalo è ancora una volta il guard-rail.
Le immagini televisive hanno mostrato che la barriera c’era come doveroso, ma era una di quelle "doppia onda", progettate quarant’anni fa assieme alla strada. A parte che da allora la tecnologia ha fatto passi da gigante, quei guard-rail sono nati per assorbire gli urti di Fiat 600 che pesavano poco più di mezza tonnellata e, per quanto lanciate, difficilmente superavano gli 80 all’ora. Oggi anche un’utilitaria tre le più piccole pesa il doppio e su una superstrada di quelle può tenere senza fatica almeno i 120 (sarebbe vietato perché è una statale ordinaria e quindi il limite è di 90, ma fatevi un giretto nel deserto di un giorno qualsiasi e poi mi dite a quanto si va realmente lì). Immaginate un po’ che cosa succede quando a uscire di strada è un mezzo pesante.