Lo show della Stradale al Motor Show

Complimenti! Quest’anno la Polizia stradale al Motor Show di Bologna ha fatto una cosa egregia. Me ne sono accorto per puro caso, mentre mi avviavo all’uscita. Passavo sotto lo snodo del “maxi-porticato” sotto il Centro servizi, dov’era allestito un palco tipo-concerto debitamente sponsorizzato da una delle auto-novità del momento. E in effetti la mattina avevo visto un’esibizione musicale, ad altissimo volume come al solito. Quando nel pomeriggio ho rifatto lo stesso percorso verso l’uscita, c’erano sempre centinaia di persone, ma non si suonava: si sentivano due voci simpatiche, sembravano di comici.

Con la coda dell’occhio, ho visto che avevano la divisa. Ho continuato a scambiarli per comici, finché ho realizzato che “dentro” una di quelle divise c’era un volto notissimo a noi addetti ai lavori: quello di un poliziotto vero, Alessandro Zadra, che da umile e giovane pattugliante ha “inventato” un modo rapido, tecnologico e scientifico per rilevare gli incidenti e ricavarne la ricostruzione animata e tridimensionale, fatta da ogni angolazione possibile. Per mostrarla ai giudici che devono decidere sulle responsabilità del sinistro e alla gente che vuole capire come evitare di fare la stessa fine. Alla fine, Alessandro mi ha presentato il suo compagno di esibizione. Ho così saputo che quella voce toscanaccia che sembrava quella di Panariello era invece del mitico ispettore (ora sostituto commissario) Borghi, della sottosezione autostradale di Firenze Nord. Un altro famoso nel settore, perché comanda uno dei reparti cruciali per il traffico di tutta Italia.

Che ci facevano due stradalini così su quel palco? Mostravano immagini di incidenti veri, ripresi da telecamere autostradali. Niente sangue, solo la garbata spiegazione delle conseguenze fatta da chi di cadaveri ogni anno ne vede non dico un centinaio ma quasi. E, soprattutto, l’ironica spiegazione degli errori commessi. Insomma, un misto di allegria e spunti di seria riflessione. Un modo intelligente per mostrare immagini che – pur drammatiche – senza un commento adeguato finirebbero per essere prese dal pubblico alla stregua di un videogioco, come quelle verdognole del cielo di Bagdad sotto i bombardamenti Usa.