Ma le norme sui segnali per i cantieri valgono anche per l’Anas?

Come vi ho ricordato di recente, negli ultimi anni sulla sicurezza in corrispondenza dei cantieri stradali si è fatto un gran battage: dai pannelli a messaggio variabile piazzati sulle autostrade a ricordarci che lì c’è gente che lavora fino agli autovelox e a nuovi schemi di segnaletica imposti per legge, come mi ricorda un libro che campeggia sullo scaffale davanti alla mia scrivania. Peccato che poi sulla viabilità ordinaria sia cambiato poco: ecco l’ultimo esempio di cantiere-vergogna. Di quelli che per decenni hanno contribuito affinché gli italiani guidassero senza alcun rispetto per la sicurezza di chi ci lavora e di se stessi.

Superstrada Taranto-Brindisi, tratto iniziale. Chilometri cruciali, perché hanno viadotti e svincoli in quantità e fanno da tangenziale cittadina e raccolgono tutto il traffico da Calabria e Sicilia (più le merci sbarcate a Taranto) verso il Salento e i Balcani. In queste settimane stanno rifacendo l’asfalto e in direzione Brindisi spunta un cartello "30 all’ora" gettato con nonchalance sulla destra della sede stradale, invisibile se state superando un camion (cosa non rara); e, soprattutto, pochi metri dopo, sopravvive l’originario "90" (che peraltro in condizioni normali è superfluo, visto che non è altro che il limite generale sulle strade extraurbane ordinarie, che dovrebbe essere noto a ogni guidatore). Il Regolamento di esecuzione del Codice della strada e il buonsenso imporrebbero di coprire i segnali permanenti in contraddizione con quelli temporanei, ma tant’è (e forse meno male, perché 30 all’ora sono davvero pochi e una confusione segnaletica di questo tipo non sfugge alle pattuglie, che quindi lì l’autovelox non lo metteranno mai).

Non basta. Sulla carreggiata opposta, di sera, ho visto che non si lavorava ma erano rimasti i segnali che indicavano il restringimento della carreggiata medesima da due a una corsia. Peccato che poi si proseguisse a due corsie. Capisco che su quel viadotto sia tecnicamente possibile ripristinare la doppia corsia quando gli operai finiscono la loro giornata di lavoro e che il ripristino sia doveroso per evitare ingorghi. Ma per fare questo si dovrebbero togliere i segnali di restringimento, sarebbero indicati quelli che indicano che il fondo è sconnesso e senza le strisce. Pura utopia: si continua a mettere i segnali disponibili in magazzino e basta. Oppure a mettere quelli che fanno più paura, anche se sono infondati. Ma poi come pretendiamo che la gente li rispetti?

  • Guido Narcisi |

    A Torino la polizia municipale ha scoperto un albergo a luci rosse e a volte li si vede in giro con cani antidroga.
    Ma questa attività non spetta a polizia o carabinieri?
    Ma chi controlla i giardini, multa i padroni di cani che sporcano, ciclisti sul marciapiede e senza fari, chi non segnala la svolta, chi sporca il marciapiede o sputa per terra? Nessuno
    Tutti vogliono fare i detective
    Dovremmo assumere degli stranieri per questi tipi di contravvenzioni così umili!!
    [risponde Maurizio Caprino] Argomento delicato: non ci sono di mezzo solo le aspettative professionali di questi operatori, ma anche le mire dei politici locali (Lega o non Lega). Infatti, un sindaco non può dare ordini a un agenti di polizia, ma a un vigile urbano sì. E, se ampliamo il raggio di azione dei vigili urbani, il gioco è fatto. Non basta: ormai le campagne elettorali si giocano su una sola donna che viene stuprata e uccisa (caso Reggiani a Roma), non su decine di altre persone che muoiono sulle strade della propria città e , se la premessa è questa, oggettivamente i vigili “devono” servire anche ad altro rispetto al controllo del traffico.

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