Quando mi occupo di difesa dei consumatori, inciampo spesso nelle lamentele di chi ha una moto o un motorino e dice che paga troppo di assicurazione. Mi spiace per loro, anche perché o sono appassionati bravissimi a guidare o sono normali automobilisti come me costretti a passare alle due ruote per andare al lavoro senza perdere ore in viaggio. Ma spesso sono proprio questi ultimi guidatori a fare incidenti, perché sulle due ruote sono impreparati come lo sarei io. Questo e il fatto che le conseguenze degli incidenti motociclistici sono fotografati nel recente comunicato della Fondazione Ania che vi riporto di seguito, E spiega il rincaro delle tariffe assicurative.
Soluzioni? Concordo con la Fondazione quando chiede la prova pratica per il rilascio del patentino per ciclomotori, anche perché c’è un’analisi che lo dimostraDownload analisi_sicurezza_fondazione_ania.pdf . Aggiungerei il patentino a punti. Ma, finché continueremo a usare le due ruote per tappare i buchi nel sistema della mobilità urbana, rischi ce ne saranno sempre.
L’Italia è il Paese Europeo più pericoloso per quello che riguarda la mobilità sulle due ruote. Questo è quanto emerge dallo studio “La sicurezza stradale sulle 2 ruote: un’analisi statistica per azioni concrete”, realizzato dalla Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale e reso pubblico alla vigilia dell’Eicma di Milano, l’esposizione internazionale del ciclo e motociclo.
L’Italia rappresenta uno dei mercati più floridi per motocicli e ciclomotori: i mezzi a due ruote nel nostro Paese superano addirittura gli otto milioni di unità. Va però sottolineato che i numeri dell’incidentalità stradale per questa tipologia di veicoli offrono uno scenario preoccupante. I dati dello studio elaborato dalla Fondazione ANIA sono, purtroppo, eloquenti.
In primo luogo, aumentano i morti. Dal 1995 al 2004 le vittime di incidenti con motocicli e ciclomotori sono passate da 1.187 a 1.458 unità (+22,8%) e corrispondono al 25,9% della mortalità complessiva per incidente stradale in Italia (16,9% nel 1995) e al 26,6% dei morti registrati nei 14 Paesi della UE (UE-14) presi in considerazione dallo studio. Un dato in netta controtendenza rispetto alla UE-14 dove infatti si sono registrate 5.484 vittime, con una flessione del 6% rispetto al 1995 quando erano 5.835.
Nel decennio preso in considerazione, in quasi tutti i Paesi d’Europa si registra una riduzione dei morti per incidente su veicoli a due ruote mentre, in Italia, i dati sono allarmanti: indicano che nel 2004 si è registrata una media di 25,2 morti ogni milione di abitanti (20,9 nel 1995) , rispetto alle 17 vittime per milione nei Paesi della UE-14
(20,1 nel 1995). Inoltre, lo studio evidenzia come gli incidenti sulle due ruote coinvolgano soprattutto i giovani. In quasi tutti i Paesi europei, il 25-30% dei decessi per incidenti con motocicli e ciclomotori riguarda i giovani fino a 24 anni, così come in Italia dove si registra il 26% (Commissione Europea, database CARE).
In tal senso, le analisi statistiche confermano l’esistenza di un legame diretto in tutta Europa tra la sicurezza stradale e la formazione teorica e pratica alla guida delle due ruote . Per queste ragioni, la Fondazione ANIA ritiene che l’introduzione obbligatoria della prova pratica per il conseguimento del patentino del ciclomotore sia uno strumento utile ai fini del miglioramento della sicurezza di questa fascia di conducenti.