Come vi avevo preannunciato, venerdì scorso la trasmissione "La vita in diretta" (Rai Uno) si è occupata del clamoroso caso delle multe nel Pisano: piccoli Comuni che – sfruttando il passaggio di strade relativamente veloci e trafficate sul proprio territorio ed essendo riusciti a farvi apporre limiti di velocità troppo bassi – hanno fatto "stragi" di guidatori "indisciplinati". Potete vedere i sette minuti di trasmissione su You Tube:
http://www.youtube.com/watch?v=kjTTaV5_x6E
Io nel frattempo faccio qualche osservazione, trascurando le solite imprecisioni ed omissioni imposte dai tempi stretti della tv.
Il materiale filmato che accompagnava il collegamento in diretta si riferiva in gran parte alla situazione attuale, dove i controlli sono presegnalati: merito un po’ del clamore che all’epoca la questione destò sui giornali, in parte (da agosto 2007) del decreto Bianchi. Comunque sia, è bene chiarire che ciò che si è visto nel filmato è regolare (il fatto che negli stessi istanti si parlasse delle irregolarità del passato può essere fuorviante).
Il sindaco di Riparbella si è difeso facendo notare che comunque i multati stavano superando un limite di velocità. Questo è quanto di solito sostengo anch’io, perché di solito nessuno è in grado di stabilire se i limiti violati siano giustificati o no. Ma in questo caso un’autorità pubblica (il ministero delle Infrastrutture) ha stabilito che non lo erano. Questo è l’unico caso di questo tipo che io abbia visto. Perché di solito i limiti sono giustificati? Non di rado lo sono, ma molte volte non si riesce a far muovere il ministero. E infatti nel caso del Pisano si è dovuto costituire un comitato di cittadini battaglieri come solo i toscani arrabbiati sanno essere…
Dove invece temo si rientri nella norma italiana è nella parte relativa ai ricorsi per farsi annullare queste multe. Onestamente, visto che i segnali col limite di 50 c’erano, erano visibili e all’epoca non c’era alcun divieto di fare controlli nascosti, non sono convinto che sia così facile ottenere ragione. Peccato che una delle parti del collegamento in cui la brevità ha fatto capire poco sia stata proprio quella in cui l’avvocato dei multati dava le cifre sui ricorsi accolti in rapporto al totale delle multe. E poi occorrerà capire se il Comune si opporrà alle sentenze di primo grado.