Prima si riorganizza il ministero dei Trasporti e, di conseguenza, la Motorizzazione, che ne è il braccio operativo. Poi lo si ri-riorganizza perché è stato accorpato al dicastero delle Infrastrutture. Poi lo si ri-ri-riorganizza perché i Trasporti sono tornati a essere un ministero autonomo. Infine lo si ri-ri-ri-riorganizza perché con l’ultimo Governo è tornato l’accorpamento con le Infrastrutture. Ho sintetizzato e semplificato i cambi di struttura che ho visto alla Motorizzazione negli ultimi dieci anni e che hanno riguardato anche alcuni uffici dell’ex- ministero dei Lavori pubblici (ora delle Infrastrutture) che le sono contigui. La cosa ridicola è che i ruoli-chiave dal punto di vista operativo (molti dei quali riguardano la sicurezza stradale) sono sempre ricoperti da funzionari e dirigenti che vedo in quei posti da sempre. Con pochi cambiamenti marginali nelle mansioni loro assegnate.
Intendiamoci, di per sè non è un male: molte di queste persone effettivamente sanno fare egregiamente il loro lavoro e quindi sarebbe dannoso disperdere il patrimonio di esperienze che hanno accumulato. Ma proprio perché le cose stanno così mi viene da domandarmi se ci sia poi stata davvero tutta questa necessità di riorganizzare le strutture. E in testa mi fa capolino anche una risposta. Rudimentale, semplicistica, anche populistica se volete. Ma con almeno un fondo di verità, credo: la necessità, più che organizzativa, sta nel trovare abbastanza posti per gli alti dirigenti che si sono via via stratificati. Che ne pensa Brunetta?