Oggi sul Sole-24 Ore scrivo che il Tutor sta per essere attivato per la prima volta su un’autostrada non gestita da Aspi, che ha realizzato questo sistema di controllo della velocità anche media. Mi sono tornate in mente le risate che ci siamo fatti durante il pranzo di martedì 7 ottobre a Firenze. Ero con altri giornalisti e i rappresentanti di Polizia stradale e Aiscat (l’asociazione dei gestori autostradali). Si commentavano strane voci che stanno girando sul Tutor.
Più di qualcuno – purtroppo non semplici passanti, ma addetti ai lavori – sta dicendo che il Tutor si starebbe estendendo a tutta Italia perché sarebbe una gallina dalle uova d’oro per i gestori di autostrade. E’ vero che col Tutor i gestori guadagnano, ma per ben altro motivo: il sistema finora ha fatto diminuire la mortalità, che è tra i parametri in base ai quali si calcolano gli aumenti tariffari riconosciuti a queste società. I ricavi delle multe, invece, finiscono allo Stato. Perché il Tutor è gestito direttamente dalla Polizia stradale (non potrebbe essere diversamente!) e per legge (articolo 208 del Codice della strada) le somme incassate per le multe comminate da corpi di polizia statali vanno proprio allo Stato. Un addetto ai lavori l’articolo 208 dovrebbe conoscerlo…
Senza contare che a regime le multe saranno pochissime: la gente sa dei controlli e si adegua. Pensate che sull’A14 da Pescara a Cerignola, dove il sistema è attivo da due anni, in media viene registrata un’infrazione ogni due ore.