L’alta marea delle notizie sui semafori truccati era già passata da qualche giorno. Quindi in pochi si sono accorti dell’articolo con cui sabato 20 settembre Repubblica riferiva di un altro filone dell’inchiesta della Procura di Milano sul business dei controlli elettronici sulle infrazioni: dalle confessioni di un "pentito", emergerebbero tangenti in 300 Comuni. Dal comandante che cerca l’aiutino economico per far sposare la figlia o che fa assumere un parente dall’aziende che vince l’appalto in su, fino al sindaco. L’elemento più interessante è il fatto che probabilmente in questo caso la storia va avanti da una ventina d’anni. Con abusi su cui pochi hanno avuto da ridire, contrariamente a quanto è accaduto nell’ultima vicenda.
Infatti, in quest’altro filone d’inchiesta c’è al centro un imprenditore del Bresciano che – se ho decifrato bene le pieghe dell’articolo – è noto da anni nel settore per i suoi agganci all’interno dei Comuni ed è stato indagato più volte. La prima volta che ne sentii parlare fu nel ’95, quando mi capitò in mano una lettera alquanto disinvolta con la quale offriva gli apparecchi e i servizi della sua azienda. Poi ho visto il suo nome associato a quello di altre aziende e non ho mai capito se le avesse costituite per fare un gruppo organizzato (allo scopo di fare un cartello negli appalti, come pare suggerire quest’ultima inchiesta milanese) o se avesse solo cambiato il nome della società (per rifarsi una verginità dopo le inchieste dell’epoca).
In quegli anni, le offerte di questo imprenditore prevedevano sconti per chi sceglieva apparecchi obsoleti, che infatti poi nel 2004 non sono stati riomologati, in quanto non davano tutte le garanzie necessarie per funzionare senza essere presidiati da agenti. Ma all’epoca lo scandalo si concentrava soprattutto sul fatto che questi apparecchi venivano noleggiati in cambio del pagamento di un canone proporzionale al numero di multe; una formula non di rado discutibile, ma che a volte è obbligata se un Comune non ha soldi da investire sulla sicurezza.